Villa Paola, a Capranica rischiano il posto 20 lavoratori su 70. La Cisl: «Intervenga papa Francesco»

Villa Paola, a Capranica rischiano il posto 20 lavoratori su 70. La Cisl: «Intervenga papa Francesco»
di Federica Lupino
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Venerdì 24 Giugno 2016, 18:39
Villa Paola a Capranica, nel Viterbese, manda a casa 20 lavoratori su 70. Dopo la cassaintegrazione per cinque mesi, si passa alla mobilità da cui si salva solo la categoria dei medici. La proposta della Fondazione Luigi Maria Monti è piombata come un fulmine a ciel sereno nel mezzo del confronto coi sindacati. "Sono anni ormai – ricorda Mario Malerba, segretario della Cisl Fp – che i dipendenti vivono in una condizione di ansia e preoccupazione per il loro futuro. Il loro unico auspicio a questo punto è che intervengano la commissione vaticana per la Sanità cattolica e papa Francesco".

I guai di Villa Paola, certo, vengono da lontano, ovvero dal crack del gruppo Idi-San Carlo cui fa capo. A luglio del 2015, la proprietà del colosso sanitario viene acquisita dalla Fondazione che promette ingenti investimenti. "Alla fine di settembre – rammenta il sindacalista – il management dell'Idi annunciava con un comunicato il rilancio della struttura di Capranica, grazie ai lavori di ripristino di 13 posti letto di day hospital multispecialistico. A dichiararlo furono il vice presidente della fondazione Gianluca Piredda, il direttore generale Francesco Rocca e perfino il cardinale Giuseppe Versaldi". Peccato che a smentire quelle dichiarazioni entusiastiche sia arrivata, il 14 giugno, la raccomandata che annunciava la riduzione di personale.

"Nella sostanza la fondazione, considerata la riduzione del budget regionale che passa da circa 44 milioni di euro a circa 35,8 milioni conseguente ad alcuni decreti del commissario ad acta Nicola Zingaretti, annuncia – spiega Malerba - un esubero di 180 unità lavorative, di cui 160 addette all'Idi Irccs e 20 nella struttura di Villa Paola". Secondo i conti della proprietà, a Capranica risulterebbero in esubero: un coordinatore infermieristico, sei infermieri, un infermiere generico, un tecnico sanitario, quattro ausiliari, un collaboratore amministrativo, tre impiegati di concetto, due impiegati d'ordine e un operaio. "Il 17 giugno – conclude – ci siamo incontrati. La proprietà ha proposto un contratto di solidarietà difensivo. Noi sindacati abbiamo rinviato la decisione per avere prima un incontro in Regione e cercare altre strade".
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