Luci e ombre sulla disponibilità idrica nella provincia di Viterbo. Mentre al momento, per quanto riguarda il consumo umano, rispetto allo scorso anno si registrano problemi nella fornitura solo a Tre Croci, frazione del comune di Vetralla, dove circa 3.000 abitanti, vengono riforniti dalle autobotti (una 20ina di viaggi a settimana), l’agricoltura soffre a macchia di leopardo. Nel Consorzio di bonifica dell’Etruria meridionale e della Sabina (23 i comuni del Viterbese che ne fanno parte) la campagna irrigua quest’anno è iniziata leggermente in ritardo rispetto all’anno scorso grazie agli apporti pluviometrici significativi di maggio e giugno. La siccità inizia invece a farsi sentire tra gli agricoltori ricadenti nel Consorzio di Bonifica Litorale Nord.
Con un avviso del 19 luglio, i vertici dell’ente avvertono che “al fine di preservare e garantire il regolare flusso idrico per le attività agricole, il Consorzio a ha deciso di adottare alcune misure precauzionali per completare i cicli colturali in corso. Pertanto, comunichiamo che a partire dalla data odierna fino all’8 agosto, non sarà possibile porre a dimora nuove colture del tipo autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, avena, ndr) e neppure effettuare la tempera e l'irrigazione su colture di questo tipo”. L’avviso è rivolto ai consorziati “ricadenti nel comparto irriguo e nel fuori comparto irriguo del "Lotto 5" di Tarquinia” e ha lo scopo di “salvaguardare l'attuale disponibilità irrigua”.
“Questa decisione – spiegano dal Consorzio - è stata presa per garantire il rispetto delle tempistiche necessarie al completamento dei cicli colturali in atto e assicurare una gestione oculata e sostenibile delle risorse idriche nel nostro territorio”.
Dall’Anbi, l’associazione nazionale dei Consorzi per la tutela e la gestione del territorio e delle acque irrigue, il caso di Tarquinia è portato come monito di quanto sta avvenendo nel Paese. “Mentre è l'instabilità meteorologica ad allarmare il Nord Italia con violenti fenomeni non solo forieri di gravi danni alle cose ed all'agricoltura, ma ora anche di vittime, è il gran caldo persistente – sottolineano - a preoccupare, soprattutto nel Lazio, per l'immediato futuro delle disponibilità idriche”. Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, citando Tarquinia e il Consorzio di bonifica Valle del Liri che ha adottato fermi programmati degli impianti irrigui a Cassino e Pontecorvo, rimarca: “Non perdiamo occasione per chiedere alla politica la stessa concreta razionalità nel dare risposte operative a comunità in crescente difficoltà di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici lungo l'intera Penisola. Indicare le opere idrauliche quali asset strategici per il Paese comporta conseguenti investimenti. I nostri Piani continuano ad attendere risposte vere".