Lasciarono passamontagna, cappello e guanti in lattice a pochi metri dal luogo della rapina. Così gli investigatori hanno inchiodato i due rapinatori della cooperativa agricola di Canino. Ieri mattina davanti al collegio del Tribunale di Viterbo il maresciallo della compagnia dei carabinieri di Tuscania ha spiegato come sono riusciti a identificare i due uomini che il 6 novembre del 2020 terrorizzarono 3 dipendenti della cooperativa derubandoli dell’incasso e dei loro averi.
I due imputati, un 44enne viterbese ai domiciliari e un coetaneo siciliano ristretto nel carcere di Caltanissetta, sono stati identificati a distanza di due anni grazie al Dna repertato dagli investigatori sulla scena del crimine e solo in un secondo tempo ricollegato ai banditi per cui l’estate scorsa è scattato l’arresto. «Mentre arrivavamo sul luogo del delitto - ha spiegato il militare - abbiamo trovato lungo la strada passamontagna, guanti e cappello.
Si torna in aula il 12 settembre.