Il pianista jazz Danilo Rea racconta il più grande tenore di tutti i tempi: Enrico Caruso

Barbara Bovoli e Danilo Rea
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 06:05

Lo scorso ottobre, nel capoluogo, sbarcò al Teatro San Leonardo di via Cavour. Ora, visto il successo che lo spettacolo ha registrato su e giù per la Penisola, approda di nuovo nella Tuscia, ospite del Teatro Francigena di Capranica (domenica 5 febbraio ore 18,30). Sul palco, il grande pianista Danilo Rea dedica il suo Jazz al più grande tenore di tutti i tempi: Enrico Caruso (1873-1921), accompagnato dall’attrice Barbara Bovoli, nel ruolo di voce narrante di un insolito racconto della vita del tenore, attraverso lo sguardo e le emozioni della donna che lo ha amato sino alla morte: la moglie americana Doroty Park.

«Il risultato del connubio tra musica e narrazione – afferma la regista Alessandra Pizzi -  offre un evento fortemente suggestivo e una chiave di lettura nuova dell’uomo che, più di ogni altro, ha rappresentato l’icona italiana nel mondo.  Dal suo arrivo a New York, in quel tempio della musica che era il Metropolitan, sino al rientro a Sorrento, prima della sua morte».

Danilo Rea, offre un racconto inedito del tenore, illustrando attraverso la musica lo sconfinato panorama artistico e musicale di cui Caruso è stato grande protagonista. Filo rosso del programma il jazz, cifra stilistica di un itinerario sonoro che dalle arie celebri della grande Opera, arriva agli autori del Novecento, con incursione nella canzone napoletana e nel repertorio dei cantautori italiani, senza tralasciare la citazione d’obbligo della canzone che Lucio Dalla dedicò a Caruso e che, a distanza di poco meno di 40 anni dalla sua composizione, continua a essere tra le canzoni italiane più famose al mondo. «Caruso, una popstar ante litteram – rileva Rea – nel modo in cui ha vissuto e attraversato il suo lavoro.

Quando ha cominciato a non sentire più da un orecchio, ha messo ancora più alla prova la sua voce».

Anche nell’Alto Lazio la domenica regala uno spettacolo che fin dal titolo si annuncia frizzante: al Teatro Boni di Acquapendente, alle 17,30, Marco Cavallaro (firma anche le regia), Sara Valerio Antonio Conte,  Guido Goitre, con in più le voci di Monica Ward e di  Alessandro Campagnola, sono gli interpreti di “Amore, sono un po’ incinta”, incentrato sul calo delle nascite e nello stesso tempo le preoccupazione nel mettere al mondo oggi un figlio.

Da qui si dipana la storia, di una coppia improbabile che non aveva nessuna intenzione di avere un figlio, per non compromettere il senso di libertà e intaccare quello della responsabilità. Ma ecco che la frittata è fatta. Roberta e Maurizio sono due giovani “non” più giovani che vivono la propria vita tra la realizzazione personale e la ricerca costante di una “condivisione”. Non si conoscono a fondo, proprio perché “improbali”,  ma il destino ha per loro in serbo qualcosa di unico, imprevedibile e pieno di notti insonni.

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