Esplosione nella struttura per migranti, «Urlavano, chiedevano aiuto, avevano la pelle a brandelli»

Esplosione nella struttura per migranti, «Urlavano, chiedevano aiuto, avevano la pelle a brandelli»
di Maria Letizia Riganelli
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Domenica 12 Novembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:51

Le coperte isotermiche stropicciate alle prime luci del mattino riflettono l’orrore di una notte di tragedia e paura. Quelle “trapuntine” d’oro e d’argento abbandonate, tra cuscini strappati e vestiti bruciati, fanno la guardia a cumuli di vetro e cemento. Raccontano ore di dolore, angoscia e soccorsi. Venerdì notte il centro di accoglienza allestito in un capannone appena fuori il centro abitato di San Lorenzo Nuovo è letteralmente saltato in aria. Feriti, alcuni anche gravemente, i 31 ospiti della struttura.

Donne, uomini e bambini provenienti dall’Africa e dell’Ucraina, che in un istante hanno perso ogni cosa e rischiato la vita.

La deflagrazione, probabilmente a causa di una fuga di gas, poco dopo le 22. I primi a soccorrerli sono stati alcuni ragazzi che passavano sulla provinciale che conduce a Castel Giorgio e lavorano nella vetreria attaccata al centro di accoglienza. «Erano le 22.30 quando siamo arrivati qui - racconta Piero - e ci siamo trovati davanti l’apocalisse. C’erano persone completamente nude che chiedevano aiuto. Hanno bloccato la nostra macchina per chiederci aiuto. Gridavano e avevano la pelle a brandelli. Qui di notte è completamente buio, non c’è illuminazione e capire cosa era accaduto non è stato semplice. Ero convinto che mi sarei trovato davanti dei cadaveri, fortunatamente non è stato così».

Ancora sotto choc una ragazza australiana che lavora in zona. «Tutti quei bambini piccoli che gridavano - racconta tra le lacrime -, è stato straziante. Era scalzi, spaventati e non smettevano di piangere. Io avevo capito già da ore prima che c’era qualcosa che non andava. Alle 19,30 qui c’era tanta puzza di gas, hanno chiamato gli assistenti ma da quello che so loro hanno detto che non poteva essere gas perché negli alloggi c’è solo corrente elettrica e piastre a induzione». Il primo allarme sarebbe arrivato tre ore prima dello scoppio. «Non uno scoppio - sottolinea Simone - quella sembrava proprio una bomba. I pilastri degli alloggi si sono inclinati, la porta di ingresso è schizzata fuori ed è finita contro un albero a metri di distanza, così come le finestre che sono finite lontanissime e in frantumi. Non si è salvato niente».

A finire distrutta, sbranata dalla deflagrazione, anche la vicina vetreria, dove si lavorano le bottiglie del vino. «Non possiamo più recuperare niente - ha spiegato uno dei lavoratori. Non solo perché non possiamo passare per fare un sopralluogo, ma perché è veramente tutto distrutto. E’ stata una tragedia infinita ed è un miracolo che non sia morto nessuno». Poche ore di sonno non sono riuscite a cancellare dagli occhi la scena vista la sera prima. «Sono ancora scossa - racconta la mamma di uno dei lavoratori - ieri sera eravamo passati a prendere delle bottiglie di vino per una cena e non immaginavamo quello che sarebbe accaduto. C’era gente con la pelle a brandelli e una donna che non scorderò mai. Urlava, cercava i suoi figli. Correva scalza tra i vetri e i detriti. Era completamente sconvolta». 

I 31 ospiti della struttura sono stati curati dall’Ares 118 di Viterbo-Rieti che appena allertata ha inviato uomini e mezzi. Tutti i migranti sono stati prima soccorsi sul posto, estratti dalle macerie anche grazie all’ausilio dei vigili del fuoco e dell’unità cinofila e poi indirizzati a diverse strutture sanitarie. I codici verdi sono arrivati al vicino ospedale di Acquapendente, due bambini sono tuttora ricoverati al reparto di pediatria a Belcolle, i codici gialli a Viterbo, Tarquinia e Civita Castellana. I casi più gravi invece sono stati portati con l’elisoccorso al policlinico Gemelli, al centro grandi ustionati Sant’Eugenio. L’unico ferito in pericolo di vita invece è ricoverato all’ospedale di Pisa dove è arrivato intubato per sindrome da schiacciamento. La maggior parte dei feriti nel pomeriggio di ieri è stata dimesso e portati in altri centri di accoglienza della provincia.

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