«Io il primo a voler sapere che è successo, il gas negli appartamenti non c'era»: parla Giulio Cuore, ad della Ospita srl

«Io il primo a voler sapere che è successo, il gas negli appartamenti non c'era»: parla Giulio Cuore, ad della Ospita srl
di Federica Lupino
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Domenica 12 Novembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:51

“Sono il primo a voler sapere che cosa è successo. Di certo, nella nostra struttura non c’era presenza alcuna di gas”. Giulio Cuore è l’amministratore delegato della Ospita srl, società da anni attiva nell’accoglienza dei richiedenti asilo: al momento, nel solo Viterbese si occupa di oltre 500 stranieri, mentre altri centri vi fanno capo tra Toscana e Lazio. Quanto successo la scorsa notte nemmeno lui se lo spiega: “La mia idea è che il gas fosse presente all’esterno dei nostri appartamenti. Gli ospiti hanno parlato di una fiammata: ma, ripeto, non poteva provenire dall’interno”.

La Ospita è titolare di una convenzione con la Prefettura di Viterbo per la prima accoglienza. Nella Tuscia è il principale gestore, seguito da Alicenova, Di Mari e Splendid. Molte e di diversa grandezza le tante strutture attive sparse in provincia di Viterbo: a San Lorenzo Nuovo ha preso in affitto una porzione di un capannone dove sono stati realizzati tre appartamenti. “Qui – racconta Cuore – erano ospitati 24 adulti e 7 minori. Tra di loro ci sono anche persone scappate dalla guerra, come due disabili ucraini. Si tratta di una tipologia di accoglienza diversa da quella dei centri con grandi numeri, dedicata a nuclei famigliari o donne con bambini al seguito. In ogni appartamento c’è anche una cucina in dotazione: noi forniamo le derrate, poi ognuno può prepararsi i pasti in base ai rispettivi gusti. Nella nostra visione di comunità, questa accoglienza è più autonoma rispetto ai centri collettivi: i nostri operatori prestano i servizi diurni e di notte restano reperibili”.

Ed è qui che sta il dettaglio fondamentale: “Tutte le cucine – dichiara l’ad – sono a induzione, così come elettrico è il riscaldamento che funziona con gli split. Tutto è documentabile. La nostra scelta, dopo aver firmato il contratto di affitto, è stata proprio quella di bandire il gas per motivi di sicurezza: la caldaia non c’era e noi non l’abbiamo messa”.

Cuore racconta poi che proprio nel pomeriggio di venerdì, gli operatori della Ospita aveva effettuato uno dei controlli ciclici all’interno degli appartamenti: “Hanno verificato anche dentro gli armadi se ci fossero stufette: niente di niente. Nemmeno le bombole a gas c’erano, che tra l’altro avrebbero poco senso essendoci appunto cucine a induzione”.

Oltre a voler capire la causa della deflagrazione, Cuore afferma che “ora dobbiamo pensare ai nostri ospiti: molti di loro sono venuti in Italia scappando dai conflitti in atto nei propri Paesi: l’incidente per loro rischia di essere ancora più traumatico visto il bagaglio di sofferenze che si portano dietro. I primi minori sono stati già dimessi, insieme ad alcuni adulti: li abbiamo già ricollocati nelle strutture della provincia”. Attivato per tutti un supporto psicologico: “Per quello che possiamo, ci siamo subito mossi per assicurare ogni tipo di sostegno una volta usciti dai pronto soccorso”. Tutti gli ospiti sono stati trasportati in ospedale subito dopo lo scoppio perché riportavano traumi e ustioni più o meno gravi: alcuni già dimessi, altri in procinto di esserlo. “Sono cinque-sei quelli che destano più preoccupazione e che sono stati ricoverati”, aggiunge Cuore.

Anche Sebastiano Sani, legale rappresentate e socio della Ospita, rimarca intanto l’assenza di gas dentro gli appartamenti: “Lo scoppio è avvenuto dal bombole esterno, non in uso alla struttura di accoglienza ma probabilmente di altri locali in locazione di Domenico Ciuchini, proprietario dello stabile che sta tornando ora dal Madagascar. Noi ci riteniamo parte lesa sia per i danni all’immagine e ai beni, sia per i ragazzi che erano sotto la nostra custodia: uno di loro è intubato a Roma, gli altri ricoverati tra Montefiascone, Siena, Viterbo”. Alcuni ospiti sono stati portati anche nel pronto soccorso di Acquapendente. 

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