Debito di droga finisce nel sangue, 35enne viterbese condannato a 4 anni e 8 mesi

Aula
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:59

Debito di droga finisce nel sangue, 35enne viterbese condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere per tentato omicidio. Durante la notte di Pasqua del 2022 due uomini si affrontarono al quartiere Pila di Viterbo. Dopo una breve conversazione dai toni accesi volarono le lame. E il 35enne colpì per sei volte alla schiena un 53enne di Viterbo con diversi precedenti per detenzione e spaccio di stupefacenti. La vittima finì in ospedale in gravi condizioni ma dopo qualche settimana di ricovero si riprese. Il 35enne fu arrestato la notte stessa con le accuse di tentato omicidio, lesioni aggravate e rapina. Alla base del tentato omicidio, secondo quanto ricostruito in fase di indagine, ci sarebbe stato un debito di droga. Droga venduta dal cinquantatreenne all’imputato e da questo mai pagata.

Nell’appartamento di via Fratelli Bandiera, dove viveva il 35enne, la squadra Volante della Questura, intervenuta immediatamente, furono ritrovati abiti sporchi di sangue e il cellulare della vittima. E questo bastò per inchiodarlo. Durante le indagini fu anche sequestrato il coltello usato per colpire, un serramamico lungo 17 centimetri. L'imputato dopo aver fatto scena muta davanti al gip durante l'interrogatorio di garanzia fu trasferito a Mammagialla, dove si trova tuttora. Il 35enne, difeso dall’avvocato Remigio Sicilia, è stato condannato con rito abbreviato, che consente lo sconto di pena, pochi giorni fa.

Durante l’udienza avrebbe spiegato al giudice come mai la domenica di Pasqua è arrivato in via Nievo per parlare con la vittima. «Gli dovevo dei soldi - avrebbe spiegato - circa 200 euro per un vecchio debito ma non li avevo e volevo chiedergli altro tempo. Ma lui ha estratto un coltello. Io mi sono difeso l’ho afferrato per un braccio. Durante la colluttazione ho perso gli occhiali e dopo averlo colpito sono andato via col suo telefono per sbaglio».

La versione del 35enne avrebbe trovato conferma nelle ferite riportate dalle parti. Sopratutto nella parte relativa all’accusa di rapina, da cui il giudice dell’udienza preliminare lo ha assolto. L’accusa si basava sul telefono cellulare della vittima ritrovato a casa del 35enne durate la perquisizione. «Come il mio assistito ha spiegato - ha detto l’avvocato Sicilia - durante la lite ha perso gli occhiali e nella confusione ha portato via un telefono da terra pensando fosse il suo. Non era di certo una rapina». Il 35enne è stato condannato per il solo tentato omicidio a 4 anni e 8 mesi di reclusione che sta già scontando da aprile scorso.

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