“Dove si arriva dipende da dove e da come si parte: sono partito motivato, ho sempre creduto nella musica e nei miei sogni ed è grazie alla banda musicale di Civitella d’ Agliano e a mio padre che mi portava sempre con lui a suonare, se ho scoperto il mio talento”. Dalla banda di Civitella, paese del Viterebse, alla direzione della Fanfara della Polizia di Stato, incarico che ricopre da aprile. Classe ‘81, Massimiliano Profili di strada ne ha fatto parecchia da quando, a pochi anni, come primo regalo di Natale ai genitori chiese un flauto. Col tempo, il seme del talento naturale è cresciuto, coltivato in Conservatorio dove ha iniziato a studiare ad appena 9 anni, mentre suonava il clarinetto nella banda di Civitella.
Maestro Profili, quando e come nasce l’amore per la musica?
“Fin da bambino ho manifestato interesse per la musica: oltre ad avere l’orecchio assoluto, il primo regalo che ho chiesto a Babbo Natale è stato un flauto con cui riuscivo a suonare “ad orecchio” diversi motivi che ascoltavo. Seguivo sempre mio padre mentre suonava il trombone con la banda del mio paese ed è grazie a questa splendida realtà che ho conosciuto il mondo delle bande e ho espresso ai miei genitori la volontà di studiare musica”.
La sua prima esibizione pubblica?
“Da bambino mi esibivo spesso davanti a parenti, amici, compagni di classe perché ritenevo una cosa naturale il fatto di suonare davanti ad altri. Poi, il Conservatorio e il saggio di fine anno. Per me esibirmi in pubblico è naturale”.
Qual è il primo strumento che ha suonato? E il suo percorso formativo?
“Sin da bambino ho suonato il flauto dolce, la tastiera e il clarinetto, strumento che ho continuato a studiare fino al conseguimento della laurea magistrale al conservatorio A. Casella de L’ Aquila sotto la guida del Maestro Domenico Lanzara e poi perfezionandomi con Maestri di chiara fama quali Nicola Conte, Salvatore |Natale e Alessandro Carbonare. Ho iniziato la mia carriera artistica eseguendo concerti come solista e ho eseguito un vasto repertorio lirico-sinfonico con diverse orchestre sinfoniche e symphonic band.
L’ emozione più grande che prova dirigendo e suonando?
“Le emozioni si susseguono come un vortice. Tutto dipende dal repertorio suonato, dal momento personale vissuto e dal tipo di pubblico. L’esecuzione dello stesso brano in momenti diversi non sarà mai identica perché ognuna è un’opera irripetibile. Quando dirigo la Fanfara della Polizia di Stato percepisco uno spirito di appartenenza molto marcato che è quello che ci fa sentire una famiglia, una squadra. Il nostro impegno è finalizzato alla buona riuscita di un’esecuzione musicale che contribuisce a dare lustro alla Polizia di Stato".
Il ricordo più bello legato alla musica?
“La musica è un’arte che lega molto le persone perché suonare in gruppo significa condividere un obiettivo comune da raggiungere attraverso un dialogo e un ascolto reciproci. I ricordi più belli che ho sono i momenti di aggregazione che scaturiscono facendo musica ma anche la prima volta che ho suonato in banda, la prima volta che ho diretto una banda: sono momenti indelebili”.
A chi dedica questo suo ultimo traguardo?
“Dedico questo mio ultimo traguardo alle persone a me più care che mi sono sempre state vicino e mi hanno sempre sostenuto come mia figlia, i miei genitori, mio fratello, la mia compagna ed i miei amici e ringrazio il Maestro Maurizio Billi e i vertici della Polizia di Stato che hanno creduto in me affidandomi questo prestigioso incarico”.