Liste d'attesa lente all'Asl di Viterbo: ecco per quali esami bisogna aspettare di più

Nonostante le richieste siano crollate di quasi 4mila, i tempi si sono allungati. Sei colonscopie su 10 eseguite in ritardo come pure la metà delle gastroscopie

Liste d'attesa lente all'Asl di Viterbo: ecco per quali esami bisogna aspettare di più
di Simone Lupino
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Giovedì 2 Novembre 2023, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 15:35

Esami lumaca. Secondo uno studio pubblicato nei giorni scorsi dalla Cgil, alla Asl di Viterbo l’attesa si allunga. In particolare, per un esame diagnostico importante come la colonscopia le prestazioni erogate entro i tempi massimi (vedi la classe di priorità) sono il 42,8%. Significa che su dieci prenotazioni solo quattro vengono effettivamente eseguite con tempi appropriati rispetto alla patologia e alla necessità di cura. Vanno oltre la “scadenza” anche la metà circa delle richieste per gastroscopia (con biopsia o senza), con tempi di attesa rispettati solo nel 46% e nel 49,8% dei casi. Mentre per la elettromiografia ci si attesta al 56,2%. Valori bassi. Secondo quanto previsto dal piano nazionale di governo delle liste di attesa, è ritenuta “accettabile” la mancata erogazione nei tempi di una percentuale non superiore al dieci per cento.


“Aumenta la percentuale di prestazioni non eseguite per tempo”. Il valore preso come riferimento è l’indice “Tda”, ovvero il rapporto tra il numero delle prenotazioni evase nei tempi prestabiliti rispetto al numero totale delle prenotazioni. A Viterbo la media generale dell'indice Tda del primo trimestre 2023 è pari a 74,8% con un crollo del 16,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando invece la media era del 91,6%. Trend negativo anche nel corso dei mesi successivi, fino allo scorso settembre, ultimo dato utile, anche se con variazioni più contenute. Nel secondo trimestre 68,6% (-8,6% rispetto allo stesso periodo nel 2022) e nel terzo trimestre 67,1% (-8,1).
A preoccupare il sindacato c’è poi un altro dato: la diminuzione delle prenotazioni. Tempi più lungi non sembrano quindi legati a un eccesso di richieste da parte dei medici di medicina generale o dagli specialisti.

Rispetto all’anno precedente quasi quattro mila in meno, da 14.192 a 10.452.


Nella Tuscia il crollo delle prestazioni garantite nei tempi risulta più attenuato rispetto alla media regionale ( -21,1%, -17,4%, -11,8% i dati dei tre trimestri nel Lazio). Gli esami diagnostici dove la Asl di Viterbo riesce meglio a garantire il rispetto dei tempi sono la risonanza magnetica del tronco encefalico senza mezzo di contrasto, con indice Tda 77,1 per cento (con il mdc 67,4%); ecografia capo e collo (74,9); risonanza magnetica addome inferiore e scavo pelvico con mdc (72,9); rm della colonna senza mdc (66,4%); ecg dinamico holter (71,6%); rm addome inferiore e scavo pelvico senza mdc (69,6); ecografia alla mammella (68,8%); rm della colonna senza mdc 66,4% (con mezzo di contrasto 60%). In alcuni casi sono percentuali anche migliori rispetto ad altre province (rm addome inferiore e scavo pelvico senza mdc e rm della colonna con mdc) ma non si può esultare.


Situazione critica in tutta la regione. I dati vengono dal monitoraggio dei tempi di attesa per gli esami diagnostici con priorità B, da effettuare entro 10 giorni. A dare l’allarme la Cgil di Roma e del Lazio, che tira in ballo il governatore. “Sono dati che evidenziano il più totale immobilismo della Regione Lazio e del presidente Rocca, che si è tenuto la delega alla sanità, sull’abbattimento dei tempi di tempi di attesa. Serve un serio cambio di passo affinché nel Lazio sia garantito il diritto alla salute e il pieno accesso alle cure. Per farlo occorrono ingenti investimenti sugli organici e sulle strutture e la Nadef del Governo non ci aiuterà ad andare in questa direzione”.

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