Bando rifiuti, scatta l'allarme della Uil su 23 lavoratori precari

Bando rifiuti, scatta l'allarme della Uil su 23 lavoratori precari
di Luca Telli
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Sabato 20 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 20:48

Nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti, in attesa della pubblicazione del bando la Uil mette le mani avanti: «Fondamentale tutelare i lavoratori precari». Il riferimento è alle 23 unità di personale che, attraverso una cooperativa, sono di sostegno ai dipendenti di Viterbo Ambiente per le operazioni di spazzatura e per i quali il futuro non è garantito. Se per il personale contrattualizzato dall’impresa che attualmente gestisce il servizio è infatti previsto un assorbimento in automatico da parte della ditta che si aggiudicherà il bando, che potrebbe essere anche Viterbo Ambiente, la stessa procedura non è scontata per il personale della cooperativa, salvo la presenza nell’appalto di un’apposita dicitura e delle coperture necessarie per le loro figure.

Il rischio di rimanere a casa «è - spiega Piero Fiorentini della Uil trasporti - un’eventualità da scongiurare, che merita la massima attenzione e, in ultima analisi, non fa comodo a nessuno». Spiega Fiorentini come la presenza dei dipendenti della cooperativa sia infatti fondamentale per garantire la pulizia quotidiana della città: «Senza di loro sarebbe un problema. L’organico è sottodimensionato e non è pensabile gestire la situazione, o fornire il servizio attuale, senza queste 23 figure.

Questa cosa deve essere chiara. Ora aspettiamo che il bando venga pubblicato sperando che la preoccupazione sia solo figlia di paure, per altro legittime».

La situazione dei precari è stata, infatti, più volte attenzionata dal sindacato, che ora traccia la road map per uscire da una situazione rimasta ingarbugliata da quasi dieci anni. «Abbiamo due priorità – continua Fiorentini - la prima riguarda l’immediato ed è quella di vedere garantita la continuità del lavoro; la seconda, nel medio periodo, gettare le basi per arrivare a progressive stabilizzazioni». Argomento del quale era parlato già in passato, senza che mai l’ipotesi trovasse elementi solidi per concretizzarsi. «Togliere questi lavoratori dal precariato è un dovere – aggiunge - parliamo di personale formato, che svolge quasi per intero le stesse mansioni di un dipendente prendendo però meno soldi e, cosa peggiore, come meno diritti».

Una stortura, la definisce Fiorentini, che ha origine in un potere contrattuale molto più blando rispetto a quanto non sia quello di cui dispongono i lavoratori dipendenti. «Una stortura - conclude - contro la quale ci battiamo da anni ed alla quale speriamo di porre rimedio».

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