Angelelli: «Folle il ripristino di Cava Lucciano», ma gli ambientalisti non si fidano: «Dal Comune sì al recupero»

Angelelli: «Folle il ripristino di Cava Lucciano», ma gli ambientalisti non si fidano: «Dal Comune sì al recupero»
di Ugo Baldi
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 05:24 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 11:48
Sul ripristino della cava in località Lucciano, nella frazione Borghetto a Civita Castellana, scontro tra comune, partiti e associazioni a suon di prese di posizione, proteste e proposte. Su tutti l'intervento del sindaco Gianluca Angelelli, contrario al progetto. «Ritengo del tutto sbagliato, anzi folle - ha detto - che si possa pensare a un recupero in un'area di grande pregio qual è quella del Biodistretto della via Amerina e delle Forre. I nostri comuni hanno deciso di fare di questo territorio una culla ecologica e pertanto le condizioni sulle quali è stata rilasciata l'autorizzazione al recupero ambientale, nel 2004 oggi non sono più attuali». Dopo aver ricordato che il Tar del Lazio ha annullato la delibera della precedente giunta comunale con cui si era espresso parere sfavorevole al mutamento dei codici Cer, il primo cittadino di Civita Castellana ha concluso dicendo: «Il progetto va comunque fermato».



Parole che non hanno tranquillizzato le associazioni ambientaliste locali, chehanno fatto notare la diversità di vedute all'interno del Comune. «Allora ci spieghi il sindaco perchè alla Provincia - hanno detto i membri dell'associazione Tevere Falisco - è stata inviata una lettera dell'ufficio tecnico, con parere favorevole per il ripristino e per di più sotto Natale». Sul piano politico è entrata in fibrillazione Sel, che fa parte della maggioranza ed è titolare dell'assessorato all'ambiente, che rischia di essere travolta dalle polemiche interne e esterne. Sul tavolo è arrivata la proposta del presidente del Biodistretto Livio Martini. «Ritengo necessaria una politica comune fra gli enti locali - ha detto -. Nell'assemblea del Biodistretto convocata per domani proporrò di studiare la possibilità di adottare all'interno dei comuni strumenti urbanistici tendenti a tutelare queste cavità che rappresentano aree di vulnerabilità della falde acquifere profonde, unica fonte di approvvigionamento idrico d'intere comunità».