Esagerato parlare di invasione ma i nugoli di mosche a Celleno stanno diventando un caso. Tanto che il sindaco Marco Bianchi ha coinvolto la Asl per chiedere lumi e convocato i cittadini a un’assemblea pubblica svoltasi ieri pomeriggio.
La premessa del primo cittadino chiarisce che “l’aumento di mosche è un fenomeno che coinvolge molti comuni della provincia ed è stato sicuramente favorito dal clima umido”. Fatto sta che nel comune della Teverina i cittadini lamentano che addirittura “non è possibile godere degli spazi all’aperto di nostra proprietà” tanta è la presenza degli insetti. Con il caldo che inizia a imperversare, l’impossibilità di rinfrescarsi in giardino o di aprire semplicemente le finestre la sera sta sollevando molte lamentele.
Pronto l’intervento del Comune. “Tenendo conto del fatto che le mosche si riproducono depositando le proprie uova su materiali organici in decomposizione (letame, frutta, foglie…) è stato per prima cosa verificato (da Asl e Comune) il rispetto da parte degli allevamenti intensivi, delle corrette procedure e del calendario dei trattamenti previsti. Inoltre è stata da me personalmente contattata – specifica Bianchi - la dirigente del servizio di Igiene Pubblica della Asl per un confronto circa i rischi del fenomeno e le possibili soluzioni”.
La Asl ha assicurato che a livello sanitario, salvo rarissime eccezioni, le mosche non sono considerate un pericolo. “Il servizio sanitario e la normativa in materia infatti concentrano la loro attenzione su altri insetti considerati vettori (zanzare, zecche, pappataci…).
A seguito del confronto con la Asl il sindaco ha disposto “un’ordinanza per individuare e sanzionare comportamenti e pratiche dannose. Inoltre, sia per cercare di limitare il problema che per monitorare la situazione, è stata incaricata una ditta specializzata che in questi giorni provvederà a collocare delle esche adulticida e posizionerà nei tombini stradali un trattamento larvicida utile ad evitare la riproduzione di zanzare e mosche (avviso che le esche, dovendo attirare le mosche, possono emanare cattivo odore)”, aggiunge.
Bando agli insetticidi, però. Pratiche che “deve essere evitata o quantomeno suffragata da una valutazione tecnica (tutti gli agricoltori sanno quanto l’utilizzo di prodotti chimici è mutato). Sul perché non c’è da farsi tante domande, basta guardare l’avanzare di alcune malattie, che purtroppo non risparmiano neanche la nostra comunità, o i danni all’ecosistema continuamente sottolineati dagli studiosi” avverte Bianchi.