Prete pretende 100 euro per un funerale, arrestato in Sicilia. Come funzionano le offerte in chiesa? Non esiste un tariffario

Nelle prossime ore dovrà comparire davanti al gip per la convalida dell'arresto

Prete pretende 100 euro per un funerale, arrestato in Sicilia. Come funzionano le offerte in chiesa? Non esiste un tariffario
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 14:00

L'arresto di un prete di una diocesi siciliana che taglieggiava i fedeli per la celebrazione dei funerali ha fatto affiorare di nuovo il tema delle tariffe per la somministrazione dei sacramenti, dal battesimo, ai matrimoni. Don Vincenzo Cafra, parroco della chiesa Madre di Sortino, a Siracusa, è finito ai domiciliari con l'accusa di estorsione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri prendeva il denaro stabilendo una prezzo che si sarebbe aggirato intorno ai 100 euro. Nelle prossime ore dovrà comparire davanti al gip per la convalida dell'arresto, intanto questo episodio ha rinnovato le regole che sono state stabilite da Papa Francesco agli inizi del suo pontificato, proprio per evitare un far west di situazioni al limite del tollerabile.

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Cosa dice il Vaticano

Il Vaticano ha regolato il settore spiegando che non si tratta di tariffe ma di offerte libere e che non è un prezzo da pagare o una tassa da esigere.

Battesimi, funerali, matrimoni, o messe di commemorazione non dovrebbero essere più soggetta a una tariffa imposta dalla parrocchia: tutto deve essere lasciato alla spontaneità, alla generosità, alla disponibilità economica dei fedeli.

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L'offerta per le messe, quindi, «deve essere un atto libero da parte dell'offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti»: così è scritto, nero su bianco, nella Istruzione curata dalla Congregazione per il Clero, e pubblicata dopo aver avuto l'approvazione del Papa alcuni anni fa. Tra le indicazioni contenute nel documento (intitolato ‘La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della chiesa'), c'è proprio il divieto di «mercanteggiare» la vita sacramentale, dando l'impressione «che la celebrazione dei sacramenti – soprattutto la Santissima Eucaristia – e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari».

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Le offerte libere

Nella prospettiva della chiesa, le offerte dei fedeli rimangono però un elemento centrale: «Con l'offerta per la santa Messa, i fedeli contribuiscono al bene della Chiesa e partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere», si ricorda. Ai sacerdoti in particolare è chiesto di dare esempi «virtuosi» nell'uso del denaro, «sia con uno stile di vita sobrio e senza eccessi sul piano personale, che con una gestione dei beni parrocchiali trasparente e commisurata non su ‘progetti' del parroco o di un gruppo ristretto di persone, magari buoni, ma astratti, bensì sui reali bisogni dei fedeli, soprattutto i più poveri e bisognosi». In genere nelle parrocchie le offerte per un funerale dipendono dalle disponibilità economiche delle famiglie e possono andare da un minimo di 50 euro in su. 

Funerali

Sempre sul tema dei funerali il Vaticano è più volte intervenuto anche per contrastare la mentalità mafiosa in Sicilia e nel Sud Italia, chiedendo una netta presa di distanza dalla criminalità organizzata. Proprio in questi giorni monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, è tornato a chiudere ogni dialogo con gli esponenti di Cosa nostra. Ricordando che già nell'ottobre 1982 la conferenza dei vescovi siciliani espresse una condannata che equivaleva a una scomunica. Nel 1993 si aggiunse l'invettiva di Giovanni Paolo II contro i mafiosi e due anni dopo la mafia uccise don Pino Puglisi. Di recente vescovi e parroci hanno condannato gli «inchini» dei santi in processione e le soste davanti alle case di mafiosi. Lo stesso monsignor Raspanti ha emesso qualche anno fa un decreto che nega i funerali religiosi (nel suo caso è accaduto tre volte) a persone condannate per reati di mafia morte senza chiedere perdono: per loro il funerale diventa così un momento di ostentazione del potere. La negazione dei funerali è un messaggio, dice, che «sta nei binari dell'annuncio evangelico» e si allinea ai giudizi della magistratura, della cultura, dell'informazione.

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