Jean Marc Aveline, chi è il cardinale di Marsiglia: in Vaticano crescono le quotazioni nel borsino dei papabili

Jean Marc Aveline, chi è il cardinale di Marsiglia: in Vaticano crescono le quotazioni nel borsino dei papabili
di Franca Giansoldati
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Sabato 23 Settembre 2023, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 15:00

Il successo politico e mediatico ottenuto con il summit delle conferenze episcopali del Mediterraneo concluso oggi alla presenza del Papa, del presidente Macron, del commissario europeo Margaritas Schinas e di Christine Lagarde, presidente della Bce, fa salire le quotazioni del cardinale di Marsiglia Jean Marc Aveline– organizzatore del mega evento - nel borsino di chi sale e chi scende tra i prelati più in vista e considerati papabili ad un eventuale conclave hanno indubbiamente avuto una impennata. Da tempo la sua impronta bonaria e pragmatica nella laicissima Francia attira consensi, catturando simpatie bipartisan. Nella Chiesa, poi, essendo un uomo di grande fede, rimasto coerente a sé stesso e alla sua storia personale di figlio di migranti, Aveline è assai stimato dalla gente.

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E' stato fatto cardinale di Marsiglia da Papa Francesco solo l'anno scorso. Praticamente una sorpresa per tutti, anche se chi lo conosce bene già sapeva che il pontefice da tempo lo interpellava di frequente sul fronte della migrazione.

Si confrontava con lui. Ora la sua presenza nel collegio cardinalizio comincia a non essere irrilevante e a Marsiglia i fedeli della diocesi lo chiamano bonariamente Giovanni XXIV, forse anche per una certa somiglianza fisica con Papa Roncalli. 

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Il suo profilo ecclesiale è piuttosto interessante, conosce molto bene il mondo arabo essendo nato in Algeria da genitori spagnoli, costretti a migrare due volte, prima dalla Spagna e poi da Orano. Teologo, allergico alle pomposità, refrattario ai protocolli Aveline è però tutt'altro che ingenuo davanti al delicato argomento di come gestire l'immigrazione avendo a che fare ogni giorno con la vita durissima dentro le banlieu di Marsiglia. E' convinto che la sfida migratoria si debba affrontare in modo compatto ma abbandonando la visione irenica e un po' naif del 'facciamoli entrare tutti' perchè il fenomeno è talmente sfaccettato e complesso da esigere una risposta articolata e unitaria, senza tralasciare nulla.

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Così le sue quotazioni nel borsino dei papabili hanno iniziato ad avanzare anche se qualcuno fa già notare che a frenare questa eventuale possibilità futura potrebbe essere proprio la sua nazionalità francese. Il fatto è che da quando Clemente V spostò la sede del papato ad Avignone (la cosiddetta cattività avignonese che durò dal 1309 al 1377  per un totale di sette Papi e due Papi scismatici)  non c'è mai più stato un Papa francese.

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Tuttavia ora che la Chiesa è sempre più internazionalizzata, dopo un pontefice polacco, un tedesco e un argentino sono iniziate a girare speculazioni su Aveline. A questo si aggiunge che non è sfuggita la battuta fatta da Papa Francesco al ritorno dalla Mongolia. I giornalisti gli chiedevano dove avesse intenzione di andare dopo il viaggio a Marsiglia, l'ultimo ufficialmente programmato per il 2023 e se fosse tentato ad andare in Vietnam, visto che il presidente vietnamita lo ha invitato poco tempo fa. Bergoglio ha tagliato corto dicendo che ora è tutto più difficile visto che fatica a camminare. Quanto ad una possibile visita in Vietnam ha lasciato aperta la porta al suo successore al quale ha dato già un nome: «Sarà sicuramente Giovanni XXIV». Ma si trattava di una battuta ripetuta anche due anni fa. Il vescovo di Ragusa, Giuseppe La Placa andando in udienza lo aveva invitato nella sua diocesi per il 2025 ma Bergoglio gli averva risposto che sarebbe venuto Giovanni XXIV. Ma è da escludere che pensasse ad Aveline nonostante a Marsiglia i fedeli lo chiamano già così. E poi vale sempre l'antico adagio che chi entra Papa esce cardinale. 

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