La Chiesa di Papa Francesco? Ormai ci sono sacerdoti o vescovi che «pregano per l'arrivo di un altro Pontefice»

Proteste a Toledo e non solo

La Chiesa di Papa Francesco? Ormai ci sono sacerdoti o vescovi che «invocano l'arrivo di un altro Pontefice»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 11:31

L'insolita, bizzarra e preoccupante notizia forse non ha sorpreso più di tanto Papa Francesco a Santa Marta, visto che da un po' di tempo a questa parte si raccomanda coi fedeli, al termine di un incontro, di pregare per lui, aggiungendo subito dopo: «ma non contro di me, mi raccomando eh?». Una frase che si è ascoltata decine e decine di volte in Vaticano, suscitando sempre un certo divertimento tra i suoi ospiti perché lì per lì faceva pensare a una battuta. Che la Chiesa sia polarizzata come mai in precedenza è sotto gli occhi di tutti, basta vedere quello che sta accadendo in Germania, tuttavia ciò che sta affiorando platealmente ora è la presenza di sacerdoti che pubblicamente ammettono di pregare per la rapida scomparsa dell'attuale Papa. Il caso più eclatante è scoppiato nella diocesi di Toledo, in Spagna dove in un incontro zoom di sacerdoti e seminaristi è spuntato un prete che ha ammesso di recitare preci quotidiane con una precisa intenzione non proprio benevola nei confronti di Bergoglio. «Prego molto per lui, perché possa andare presto in cielo». Il parroco ha spiegato le ragioni di questa sua azione, facendo riferimento alle spaccature che in dieci anni si sono originate in campo teologico, allo smarrimento dei fedeli, alla situazione caotica della Chiesa. A questa presa di posizione ne è arrivata un'altra, sempre di un religioso spagnolo. Anche lui recita ogni mattina rosari contro. E non sono casi isolati.

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Naturalmente la diocesi di Toledo si è immediatamente smarcata diramando un comunicato durissimo. L'arcivescovo ha espresso il «profondo rifiuto di qualsiasi manifestazione di disaffezione per la persona e il ministero del Santo Padre». Ai due preti ha imposto di chiedere perdono per le dichiarazioni fatte. «L'arcivescovado di Toledo non è responsabile delle dichiarazioni rilasciate su quel canale Youtube, che non rappresenta in alcun modo la linea di comunicazione di questa Chiesa particolare. Ribadiamo e ratifichiamo le chiamate alla comunione efficace e affettiva con il successore di Pietro». I due parroci che pregano contro è possibile che incorreranno in ulteriori sanzioni visto che hanno dimostrato una «condotta non degna del loro status». 

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Simili episodi non sono circoscritti solo in Spagna: le cronache rilevano sacerdoti o vescovi violentemente anti-bergogliani altrove, al punto da invocare l'aiuto di Dio per far arrivare un altro Papa. Poco tempo fa a Livorno un prete è stato scomunicato dal vescovo per avere detto che Francesco «è un usurpatore» e «un gesuita massone». Monsignor Simone Giusti, il vescovo locale, non ha esitato a cacciarlo. Il fatto è avvenuto lo scorso 31 dicembre, giorno in cui si ricordava il primo anniversario dalla morte di Benedetto XIV. Don Ramon Guidetti, ha spiegato la diocesi, «ha pubblicamente compiuto un atto di natura scismatica, rifiutando la sottomissione al Sommo Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti». Un altro caso clamoroso riguarda don Alessandro Minutella, ora dirotto allo stato laicale per lo stesso motivo. Ha più volte attaccato Papa Francesco con epiteti anche particolarmente pesanti, fino a sperare nella sua scomparsa terrena. Minutella però gira ugualmente l'Italia a predicare. Spesso i vescovi gli vietano l'uso di spazi parrocchiali e chiedono ai fedeli di boicottare i suoi raduni che però, puntualmente, fanno sempre il pieno. 

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Alcuni anni fa il vescovo di Bolzano, Ivo Muser, aveva descritto in modo allarmante le spaccature sempre più profonde nella Chiesa. «L'attuale polarizzazione, che viene alimentata da diverse sponde, a mio avviso è un peccato contro l'unità». In un'intervista al settimanale diocesano Katholisches Sonntagsblatt Muser aggiungeva che «è molto preoccupante se ci sono vescovi che mettono in gioco questa unità, chiedendo le dimissioni del Papa». «Si è sempre lottato per ricerca della giusta via ed è legittimo che sia così ma che certi gruppi e addirittura vescovi non hanno bene chiaro chi sia il Papa e cosa significhi il servizio di Pietro. Papa Francesco è il Pietro di oggi, come lo sono stati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Le scissioni sono anche sempre stare conseguenza di un linguaggio polarizzante e aggressivo».

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