Il Concistoro di Papa Francesco, 21 nuovi cardinali (17 votanti al conclave), si rafforza l'ala liberal

Il Concistoro di Papa Francesco, 21 nuovi cardinali (17 votanti al conclave), si rafforza l'ala liberal
di Franca Giansoldati
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Venerdì 29 Settembre 2023, 19:40

Il collegio cardinalizio da domani si può dire che sia la fotografia del pontificato: orientato all'Asia e alle parti del mondo emergenti, poco europeista, certamente di frontiera e fuori dagli schemi tanto che sono state promosse sedi che prima non figuravano nella geografia cardinalizia mentre città di forte tradizione sono state ancora una volta tagliate fuori. Ormai tre quarti dei membri del collegio con meno di 80 anni (e quindi con la possibilità di entrare in conclave) sono stati scelti da Papa Bergoglio in base alla loro visione di Chiesa dialogante, proiettata al sociale, al dramma dei migranti e attenta a non lasciarsi intrappolare troppo dai protocolli. Specchio di una Chiesa movimentista e protesa verso le periferie.

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Naturalmente questa omogeneità non significa poi che al momento del voto – quando ci sarà un conclave – i votanti scelti dall'attuale pontefice finiscano per votare in blocco, in modo omogeneo per eleggere un Francesco II, poiché le dinamiche che precedono il voto e i conciliaboli di quei giorni cruciali per certi versi sfuggono sempre alle attese e potranno avere esiti imprevedibili. 

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In tutto domani verranno creati 21 cardinali, di cui 18 con diritto di voto e tre cardinali ormai ultraottantenni ma scelti perchè si sono distinti per diversi motivi, tra questi c'è Agostino Marchetto uno dei più grandi studiosi del Concilio Vaticano II, oppositore della cosiddetta scuola teologica di Bologna diretta dal defunto professor Alberigo, assai criticata perché sostiene l'ermeneutica della discontinuità, un canone interpretativo del Concilio che considera un evento cruciale che segna una svolta nella storia della Chiesa.

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E poi la città polacca di Lodtz, quella di Cordoba in Argentina, quella di Juba in Sud Sudan. E poi la Malesia, Hong Kong, la Tanzania, la Mongolia. Per Francesco l'Occidente è ormai ininfluente, l'Europa qualcosa di vecchio, incapace di rigenerarsi ed è destinato a declinare per ragioni demografiche, culturali e geopolitiche. Al contrario sono le periferie ad avere comunità cattoliche ricche di nuovi ingressi. 

Domani mattina il Palazzo apostolico aprirà le porte ad amici, parenti, giornalisti per le visite di calore e nel pomeriggio la veglia di preghiera presieduta dal Papa. Per quasi tutti i nuovi cardinali la notizia della loro nomina, annunciata a sorpresa lo scorso 9 luglio, è stata una autentica sorpresa. Per l'argentino Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Cordoba, è stato uno choc. Lo hanno chiamato degli amici al telefono dopo che avevano sentito la notizia in televisione. Solo per i futuri cardinali che lavorano in curia la berretta rossa non era di certo una novità: Robert Francis Prevost, 68 anni, statunitense, prefetto del Dicastero per i vescovi; Claudio Gugerotti, 68 anni, arcivescovo, già nunzio apostolico in Bielorussia, in Ucraina e in Gran Bretagna, dal gennaio scorso Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali; Víctor Manuel Fernandez, 61 anni, argentino, da poco nominato Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Su quest'ultimo si è originata una bufera mai vista per le sue posizioni ultra liberiste e aperturiste al punto da aver causato diversi mal di pancia. Francesco però non ha sentito ragioni e nonostante il suo curriculum teologico considerato da tanti osservatori non all'altezza del compito, lo ha nominato. In questi giorni dalla Argentina il giornale Il Clarin ha insinuato persino che quando era vescovo de La Plata avrebbe coperto un prete pedofilo che poi si è suicidato. In questi giorni è arrivato a Roma una delle vittime di questo prete per manifestare la sua indignazione. 

Da domani i cardinali elettori saranno 137 elettori (per scendere a 136 il giorno successivo perché il primo ottobre compie 80 anni il porporato Patrick D'Rozario del Bangladesh). Cala il peso dell'Italia: da domani saranno 14 gli elettori, considerato che Pizzaballa, come accadde per Giorgio Marengo, italiano ma vescovo in Mongolia, sarà nell'elenco degli asiatici. Nel conclave del 2013, quello che aveva eletto Bergoglio erano il doppio. 

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