Vaticano, tra i cardinali gira un libello anonimo sul prossimo conclave, racchiude la traccia del programma futuro della Chiesa

E' stato scritto a più mani, gli autori non lo hanno firmato perchè hanno paura di ritorsioni

Vaticano, tra i cardinali gira un libello anonimo sul prossimo conclave, racchiude la traccia del programma futuro della Chiesa
di Franca Giansoldati
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Sabato 2 Marzo 2024, 12:59

Il primo a diffonderlo pubblicamente sui social è stato il cardinale cinese Joseph Zen che ha condiviso sui suoi profili un'analisi sul prossimo conclave scritta da un cardinale anonimo (ma probabilmente gli autori sono di più). Sta circolando da giorni all'interno del collegio cardinalizio. Si tratta di una radiografia articolata di quello che non avrebbe funzionato nella Chiesa in questi dieci anni. Diversi giornali stranieri hanno riportato la notizia, tra cui il Catholic Herald che ha detto che si tratta di un «attacco sorprendente allo stile autocratico, confuso e vendicativo di Papa Francesco», il quale avrebbe creato negli anni fratture e lacerazioni più «che in qualsiasi altro momento della storia recente». L'anonimato dell'autore o degli autori è d'obbligo per paura di ritorsioni. La recente vicenda del cardinale americano Leo Burke, sfrattato da casa e con lo stipendio tagliato dal Papa solo perchè aveva osato esprimere la sua opinione e sollevare dubbi teologici su alcuni documenti teologici, ha provocato un ulteriore giro di vite. «Oggi nel Collegio cardinalizio hanno tutti paura a parlare per le conseguenze che potrebbero avere» sussurra un porporato al Messaggero. 

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Nell'opuscolo tradotto in sei lingue che sta girando tra i cardinali c'è un progetto su ciò che dovrebbe fare il prossimo Papa per riparare i danni della attuale polarizzazione tra conservatori e progressisti. «La confusione genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica». Il compito «del prossimo pontificato dovrà essere quello di recuperare e ristabilire le verità che sono state lentamente oscurate o perdute tra molti cristiani». 

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Come è accaduto anche nel passato sono gli anni conclusivi di qualsiasi pontificato a costituire un momento privilegiato per valutare il cammino della Chiesa del futuro. La grandissima forza del pontificato di Papa Francesco è stata la compassione verso i deboli, i poveri e gli emarginati. Bergoglio si è preoccupato per la dignità degli esseri umani, ha lottato contro i cambiamenti climatici e le grandi sfide legate all'ambiente. Nell'analisi che sta circolando si evidenziano però anche le carenze affiorate, «in primis uno stile di governo autocratico, a volte apparentemente vendicativo; una disattenzione in materia di diritto; un'intolleranza per il disaccordo anche rispettoso; e - più seriamente - un modello di ambiguità in materia di fede e morale che causa confusione tra i fedeli. La confusione genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica. E il risultato oggi è una Chiesa più fratturata che in qualsiasi altro momento della sua storia recente».

L'autore (o gli autori) mette in evidenza alcuni punti cardine del magistero che sono stati trascurati in questi anni risultando non sempre chiari ai fedeli. Nessuno si salva se non attraverso Gesù.

Dio è misericordioso ma è anche giudice giusto. L'uomo è la creatura di Dio, non un'invenzione di se stesso, una creatura fatta non solo di emozioni e appetiti, ma di intelletto, libero arbitrio e di un destino eterno. Il peccato è reale e i suoi effetti sono letali.

Cosa dovrà fare il nuovo Papa? Viene spiegato che il «nuovo Papa deve ripristinare l'ermeneutica della continuità nella vita cattolica e riaffermare la comprensione del Vaticano I Ie  del giusto ruolo del papato». Il che significa dare una raddrizzata all'autoritarismo attuale. «Il Papa è un successore di Pietro e il garante dell'unità della Chiesa. Ma non è un autocrate. Non può cambiare la dottrina della Chiesa e non deve inventare o alterare arbitrariamente la disciplina della Chiesa. Governa la Chiesa in modo collegiale con i suoi fratelli vescovi nelle diocesi locali. E lo fa in fedele continuità con la Parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa. "Nuovi paradigmi" e "nuovi percorsi inesplorati" che si discostano da entrambi non sono di Dio».

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Il Secondo punto sottolinea che la Chiesa non è un'autocrazia, né è una democrazia. La Chiesa appartiene a Gesù Cristo. Il Terzo: «l'ambiguità non è né evangelica né accogliente. Piuttosto, genera dubbi e alimenta impulsi scismatici. La Chiesa è una comunità non solo di Parola e sacramento, ma anche di credo. Ciò in cui crediamo aiuta a definirci e sostenerci. Pertanto, le questioni dottrinali non sono oneri imposti da insensibili dottori della legge». Per esempio lo smantellamento e il riutilizzo «dell'Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia di Roma e l'emarginazione di testi come Veritatis Splendor suggeriscono che l'emozione e la compassione hanno preso il sopravvento sulla ragione, la giustizia, la verità. Per una comunità di fede questo è malsano e profondamente pericoloso».

Il Prossimo Papa dovrà anche ripristinare la centralità del diritto canonico che ordina la vita della Chiesa, armonizza le sue istituzioni e procedure e garantisce i diritti dei credenti.«Tra i segni dell'attuale pontificato c'è la sua eccessiva dipendenza dal motu proprio come strumento di governance e una generale disattenzione e disgusto per i dettagli canonici. Ancora una volta, come per l'ambiguità della dottrina, il disprezzo per il diritto canonico e la corretta procedura canonica hanno minato la fiducia nella purezza della missione della Chiesa».

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La Chiesa, si legge ancora, non può essere «ridotta a un sistema di etica flessibile o analisi sociologica e rimodellandosi per adattarsi agli istinti e agli appetiti (e alle confusioni sessuali). Uno dei difetti chiave dell'attuale pontificato è il suo ritiro da una convincente "teologia del corpo" e da una mancanza di un'antropologia cristiana proprio in un momento in cui gli attacchi alla natura e all'identità umana, dal transgenderismo al transumanesimo, stanno aumentando».

Il successore di Francesco dovrà poi rimettere mano al Vaticano che «ha urgente bisogno di un rinnovamento, di una pulizia delle sue istituzioni, delle sue procedure e del suo personale e di una profonda riforma delle sue finanze per prepararsi a un futuro più impegnativo. Queste non sono piccole cose. Chiedono la presenza, l'attenzione diretta e l'impegno personale di qualsiasi nuovo Papa» si legge nel testo.

Quanto al Collegio dei Cardinali dovrà essere riformato. Viene fatto notare che occorrono uomini di «carattere, forte formazione teologica, esperienza di leadership matura e santità personale. Richiede anche un Papa disposto a chiedere consiglio e poi ad ascoltare. Non è chiaro in che misura questo si applichi nel pontificato di Papa Francesco. L'attuale pontificato ha posto l'accento sulla diversificazione del collegio, ma non è riuscito a riunire i cardinali in concistori regolari progettati per promuovere una genuina collegialità e fiducia tra i fratelli. Di conseguenza, molti degli elettori votanti nel prossimo conclave non si conoscono davvero, e quindi potrebbero essere più vulnerabili alla manipolazione. In futuro, se il collegio deve servire i suoi scopi, i cardinali che lo abitano hanno bisogno di più di uno zucchetto rosso e di un anello. Il Collegio dei Cardinali di oggi dovrebbe essere pro-attivo nel conoscersi per comprendere meglio le situazioni della chiesa locale».
 

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