Violenza sessuale su tre bimbe tra i 6 e gli 8 anni: commerciante a processo a Perugia. La testimone: «Mia figlia lo ha visto per caso ed è fuggita via»

Il tribunale penale di Perugia
di Egle Priolo
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Venerdì 3 Maggio 2024, 08:38

PERUGIA - Si è denudato davanti a loro, si è avvicinato così ai loro corpi di bambine. Piccolissime. Arrivando a infilare le sue mani sotto i loro vestiti. Una storia terribile, per cui un uomo, oggi 66enne, è finito sotto processo con l'accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di tre bimbe, all'epoca dei fatti di soli 6, 7 e 8 anni. Molestate in casa o in mezzo alla strada, con i racconti delle tre vittime già agli atti del processo e acquisiti in incidente probatorio all'inizio dell'inchiesta.

È il 2017 e l'uomo, A.B., un commerciante originario di Roma ma residente a Bastia, nell'aprile di quell'anno ha – in base alle accuse che gli contesta il sostituto procuratore Gennaro Iannarone – compiuto «atti idonei, diretti in modo non equivoco a costringere la stessa minore a compiere e subire atti sessuali». In particolare, durante una cena a casa di amici, si sarebbe denudato avvicinando le sue parti intime al volto della prima vittima, una bimba di 8 anni. Interrotto solo dall'arrivo, sconvolto, della moglie (ora ex) che lo ha messo in fuga e ora risulta tra le parti offese nel procedimento contro di lui. Solo due mesi dopo, poi, avrebbe avvicinato due sorelline di 7 e 11 anni in un parco, mostrando alla più piccola le sue parti intime alzando una parte dei propri pantaloncini, invitandola a toccarlo. Ma la bimba, nonostante la tenera età, ha avuto la forza di scappare e chiedere aiuto a una coppia poco distante. Nell'ultimo episodio contestato, è l'aprile del 2018, avrebbe invece infilato «una mano sotto agli indumenti della bambina», la vittima più piccola, soli 6 anni, con la scusa di farle vedere «dei tablet posti nella vetrina esterna» del suo negozio.

Ma anche qui la bimba è fuggita e ha chiesto aiuto alla mamma, un'altra negoziante, che all'uomo ha chiesto subito spiegazioni chiamando nell'immediatezza dei fatti i carabinieri. A casa sua, intanto, era stato trovato vario materiale pedopornografico «realizzato utilizzando minori di 18 anni»: dieci video conservati nella micro-Sd del suo telefono, che gli sono valsi il quarto capo di imputazione per cui è attualmente sotto processo davanti al collegio presieduto da Carla Maria Giangamboni.

Nell'udienza di ieri sono stati ascoltati due agenti della polizia postale e la mamma di una bambina, che ha confermato i suoi racconti, aggiungendo come non abbiano più visto il 66enne, per cui è stato disposto il divieto di avvicinamento alle parti offese. Mai se non quella volta, 4 anni fa, quando lo hanno incontrato per caso e la bambina, nonostante il tanto tempo trascorso, lo ha riconosciuto ed è scappata via in preda alla paura. Si torna in aula a ottobre per gli ultimi testi, con l'uomo – difeso dagli avvocati Antonio Ponti e Francesco Falcinelli – che proverà a difendersi dalle pesantissime accuse. E le parti civili, assistite da Delfo Berretti, Fabrizio Schettini e Carla Pannetta, pronte a chiedere condanna e danni. 

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