Vinicio Marchioni: «Chi ha paura di
Virginia Woolf?
è un'opera attuale,
capace di farci riflettere su di noi»

Vinicio Marchioni: «Chi ha paura di Virginia Woolf? è un'opera attuale, capace di farci riflettere su di noi»
di Michele Bellucci
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 16:23

PERUGIA - Sarà in scena al Teatro Morlacchi da mercoledì a domenica Chi ha paura di Virginia Woolf?, il testo più celebre di Edward Albee nell’applaudita versione di Antonio Latella prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli. Sul palco un cast molto affiatato con Sonia Bergamasco nel ruolo di Martha e Vinicio Marchioni in quello di George, che reciteranno insieme a Ludovico Fededegni (Nick) e Paola Giannini (Honey). La celebre opera, considerata tra i pilastri della drammaturgia americana e qui proposta nella nuova traduzione di Monica Capuani, narra la storia di una "doppia coppia" coinvolta in una nottata ad alto tasso alcolico dove i fantasmi del fallimento aleggiano prepotenti. Il palcoscenico come un ring, con due padroni di casa che si affrontano in un crescente gioco al massacro mentre i due ospiti diventano spettatori e coprotagonisti assistendo alla distruzione emotiva della coppia. Una pièce in grado di scandagliare l’animo umano, creando una sorta di dimensione onirica nella quale emergono questioni ancestrali. La drammaturgia è di Linda Dalisi, le scene di Annelisa Zaccheria, i costumi di Graziella Pepe, musiche e suono di Franco Visioli e le luci di Simone De Angelis.

Vinicio Marchioni come sta andando questa tournée?
Direi alla grande ovunque, finora in tutte le città abbiamo trovato tantissimo pubblico, partecipe dall’inizio alla fine.

È quindi uno spettacolo nel quale ci si rispecchia?
Sicuramente, dal più giovane ai più grandi, ognuno ride e soffre insieme a noi.

Oggi che è il giorno di San Valentino non andate in scena, è un caso?
Sì, è un caso ma in effetti non è il giorno più adatto… si rischiava di sfasciare qualche coppia!

Secondo lei il testo di Albee non è invecchiato dai primi ’60?
In realtà ci siamo resi conto che non sono così cambiati i tempi. Già partendo dal titolo… la Wolf è stata rivoluzionaria a suo modo ma ancora oggi pregiudizio, disparità e violenza verso le donne sono ancora fin troppo reali. Anche l’ipocrisia e la morale borghese non sono cambiate tanto.

E del suo personaggio cosa ne pensa?
L’autore stesso ci dice che per sopravvivere bisogna creare e re-inventarsi. Nelle invenzioni di George è questo che si trova…

Questo spettacolo è dunque molto attuale?
Attualissimo, del resto è un testo sull’amore e sulla creazione, non solo biologica.

Si basa sulle cose che non si possono e non si vogliono dire, ma che tutti conosciamo.

Il pubblico noterà un’estetica particolarmente cinematografica, conferma?
Sì, soprattutto nella seconda metà dello spettacolo, quando si entra in una sorta di sogno-incubo di Marta. Ci sono alcuni elementi che rimandano a David Lynch, ma anche ad Alice nel paese delle meraviglie o addirittura Eyes Wide Shut…

Lo spettacolo non ha poi debuttato nel 2021 causa pandemia ma è stato rimandato a questa stagione teatrale…
È bellissimo poter tornare a incontrare il pubblico con uno spettacolo così importante. Per me si tratta di un’esperienza meravigliosa, una delle più importanti della mia carriera teatrale. Oltre ad essere un grande piacere, ritengo un vero privilegio stare sul palco con la Bergamasco… ci siamo trovati in grande sintonia fin dal primo giorno.

Con Latella aveva lavorato dieci anni fa per Quel tram chiamato desiderio, cosa è cambiato da allora? 
Ad Antonio sono legato per tantissimi motivi. Il primo che mi ha richiamato a fare teatro 10 anni fa, dopo un periodo in cui secondo molti ero diventato un personaggio televisivo. Lui non si è dimenticato della mia provenienza teatrale e quell’esperienza fu incredibile: il suo viaggio sulla drammaturgia americana è meraviglioso. Rincontrarlo professionalmente dopo 10 anni, con 10 anni di esperienza in più… è una grande soddisfazione.


Intanto domani, martedì 15 febbraio (alle 21.30) al cinema PostModernissimo si terrà la proiezione di Occhi verdi come i miei, documentario di Lucio Fiorentino sulle prove dello spettacolo girato tra inverno e primavera a Spoleto: «È stato straordinario Fiorentino nel riuscire a stare con noi - spiega Marchioni - per documentare dall’interno il processo creativo. Stiamo parlando di un regista così grande e di un testo molto difficile… non era impresa semplice! Invece ha colto non solo lo spirito ma anche cose molto profonde del testo di Albee». Appuntamento alle 17.30 al Teatro Morlacchi anche giovedì 17, per l'incontro con la compagnia e la presentazione del libro Dramagia. Edward Albee e il mestiere del dramaturg di Linda Dalisi. All’appuntamento parteciperanno Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni e Paola Giannini, che dialogheranno con Linda Dalisi, il direttore del TSU Nino Marino e Antonio Brizioli di Emergenze publishing. Al termine è prevista una degustazione di vini offerta dalla cantina Madrevite presso il Caffè del Teatro. Per accedere in sala sono necessari Super Green Pass e mascherina ffp2.

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