Università di Perugia: boom di iscrizioni. Quasi la metà è di fuori regione e la No Tax Area sale a 30mila euro

Maurizio Oliviero
di Egle Priolo
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 11:30

PERUGIA - Oltre novemila studenti in più, di cui quasi la metà fuori sede e provenienti da tutte le regioni italiane. Che significa almeno tremila persone che affitteranno case, faranno spesa nei negozi e rivitalizzeranno una città che da qualche anno aveva dimenticato la sua vocazione universitaria. Hanno il sapore di una sfida vinta «grazie a governance, studenti, istituzioni e a tutta la comunità» i dati sulle nuove immatricolazioni per l'anno accademico 2020/2021 dell'Università degli studi di Perugia, forniti ieri dal magnifico rettore Maurizio Oliviero.

Numeri che ricordano quelli dei “bei tempi” e che il rettore, al di là del personale orgoglio, riconosce come merito del «lavoro h24» richiesto a tutti i capi dei dipartimenti e a quella nuova governance che ha saputo gestire, prima di tutto, l'emergenza sanitaria con un trasferimento immediato sotto lockdown dell'attività didattica online. Una (ri)partenza in quinta che si è trasformata in un tam tam virale degli studenti, che ha richiamato a Perugia migliaia di nuove matricole.
Esattamente 9.236, tra corsi di laurea, corsi di specializzazione e dottorati, il 45 per cento in più rispetto allo scorso anno. Di cui 9.047 nuove matricole nette, con un incremento del 44,5 per cento, «a fronte di un dato medio che in Italia si attesta tra il 5 e il 10», ha sottolineato Oliviero.
I numeri – che comunque fino al 31 dicembre non sono ancora definitivi, quindi potenzialmente migliori – che inorgogliscono l'Università sono quelli dei fuori sede: ben il 42 per cento delle nuove matricole arriva da fuori regione, che si spiega certamente, per il Nord, come una scelta «per l'Umbria sicura» pubblicizzata sul fronte contagi, ma che vedono aumenti addirittura quintuplicati da alcune regioni del Sud. Buono anche l'incremento degli studenti stranieri, che sono per adesso il 4,5 per cento del totale, «una percentuale destinata ad aumentare» perché in molti sono in attesa delle autorizzazioni relative alle norme anti-Covid da parte dei rispettivi governi nazionali. La crescita, poi, ha riguardato tutti i 16 Dipartimenti dell’Università, di cui quattro hanno riscontrato un aumento addirittura superiore al 30 per cento: si tratta di Chimica, Biologia e Biotecnologie, di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, di Medicina Sperimentale e di Scienze Farmaceutiche. «È una crescita distribuita, doppiamente importante – ha proseguito il rettore -, perché si verifica in un periodo storico in cui, a causa della pandemia, si era temuta una contrazione generalizzata delle iscrizioni.

Al contrario, invece, il sistema universitario italiano sta registrando complessivamente un incremento nelle immatricolazioni intorno al 10 per cento, dimostrando come i nostri giovani hanno ritrovato voglia, passione e compreso che credendo nell’università e nella ricerca, investono su sé stessi e sul nostro Paese».

Con un «care colleghe, cari colleghi, cari tutti» il rettore ha voluto ringraziare governance, direttori, personale e studenti perché «tutti si sono adoperati con tenacia e senza sosta, nel periodo del Covid-19 e ancora oggi, per reagire, per non fermare mai le attività del nostro Ateneo. I numeri che qui presentiamo sono il frutto di questo sforzo corale: un grazie particolare va, però, al pro rettore vicario, Fausto Elisei, per la sua sapiente e instancabile attività, che si è dimostrata davvero preziosa in questo momento così delicato».
Tra i motivi del recente successo, tra didattica mista, ritrovata attrattività e sviluppo «dell'economia culturale», il rettore ha poi sottolineato «la scelta di privilegiare la qualità sulla quantità e l’estensione della “no Tax area” a 30mila euro di Isee - una decisione coraggiosa e un investimento importante su cui credo fermamente che dovremo scommettere, come Ateneo e come paese anche in futuro, perché il diritto allo studio è il cardine della nostra proposta di università. Ma anche la capacità di intercettare nuove dinamiche formative, che proseguirà in futuro con particolare attenzione alla sede di Terni». Dopo i ringraziamenti anche per «l'ottima collaborazione con la Regione» e al «supporto incessante» del ministero («Il governo investa nel diritto allo studio»), Oliviero ha chiuso così: «Vorrei che innanzi tutto la città di Perugia, ma poi l’intera regione si riunisse nell’orgoglio per questo successo, perché esistono delle traiettorie di speranza quando una comunità riscopre il senso di appartenenza e di dignità. E noi siamo una comunità straordinaria». «In tempi complessi come questi – il commento entusiasta del sindaco Andrea Romizi - l’aumento delle immatricolazioni sono un segnale di grande fiducia riposta nei confronti della nostra città e dell’Università tutta».

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