Turismo a Orvieto, stop ai furbetti dell'affitto

Turisti a Orvieto
di Vincenzo Carducci
2 Minuti di Lettura
Sabato 26 Agosto 2017, 08:33
Seconde case ai turisti, via a tutte le agevolazioni ai proprietari per combattere i “furbetti” dell’affitto. E’ l’intenzione del Comune di Orvieto che non vuole limitarsi a far pagare la tassa di soggiorno anche sulle abitazioni messe a disposizione per affitti brevi o a portali specializzati come Airbnb - circa 400 sulla Rupe - ma intende andare oltre eliminando tutte le agevolazioni come quelle sulla tassa sui rifiuti o sui parcheggi che consentono a queste strutture di essere più competitive rispetto a quelle alberghiere ed extralberghiere. 
«Un terzo del totale dei turisti che arrivano a Orvieto – afferma l’assessore al Bilancio, Massimo Gnagnarini - scelgono la nostra città come meta di vacanza bypassando ogni struttura ricettiva tradizionale e sfuggendo, finora, a ogni statistica. Sono centinaia le seconde, terze e quarte abitazioni riconvertite dai proprietari messe a disposizione degli intermediari, ovvero dei portali internet specializzati , per un numero di posti letto stimabile, al momento, superiore alle 1500 unità». Un fenomeno i cui risvolti positivi e negativi vanno governati anche oltre le disposizioni delle recente legge regionale sulla ricettività «che su questi aspetti – chiosa ancora Gnagnarini – appare già inadeguata».
«C'è innanzitutto un problema di controllo del territorio – spiega - seguono quelli del riequilibrio della corretta concorrenza in un comparto , quello dell’accoglienza, che oggettivamente va considerato come un unicum. Quindi sta al Comune regolamentare e controllare cominciando dall’inclusione di questo segmento di mercato tra i soggetti a cui applicare l'imposta di soggiorno, la rivisitazione delle tariffe Tari circa la scontistica prevista per le abitazioni cosiddette a disposizione, dall'assegnazione e tariffe agevolate degli abbonamenti annuali ai parcheggi insilati riservati ai residenti ma spesso rivenduti agli ospiti oltre a una attenta rimodulazione del decremento delle aliquote IMU da attuare e differenziare per quelle abitazioni suscettibili di produrre redditi d’impresa». Soltanto dal pagamento della tassa di soggiorno dagli affitti brevi – come aveva anticipato lo stesso Gnagnarini nei giorni scorsi al Messaggero – il Comune conta di recuperare circa 200.000 euro, una cifra che dunque potrebbe lievitare se si aggiungeranno i mancati incassi delle agevolazioni oggi utilizzate impropriamente. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA