Terni, addio ai mosaici di Corrado Cagli
si va verso la demolizione delle tessere

Terni, addio ai mosaici di Corrado Cagli si va verso la demolizione delle tessere
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Lunedì 30 Dicembre 2013, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 10:34
TERNI - I lavori di restauro della fontana di piazza Tacito sono ad un bivio. Restaurare o rifare ex novo i mosaici di Cagli. La strada che sarà imboccata ancora non è stata indicata, ma il rapporto commissionato dal Comune di Terni al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino non lascia spazio a tante interpretazioni.



«Il quadro complessivo è grave». Questa l’unica anticipazione carpita a Palazzo Spada, e che riguarda appunto il contenuto del dossier sullo stato di salute dei mosaici di Cagli. Che fossero rovinati era evidente agli occhi di tutti, mal’analisi scientifica fatta dagli esperti del centro La Venaria di Torino è impietosa. Un rapporto voluto dal Comune per avere quella che in gergo si chiama «mappatura del degrado», così da avere sottomano uno studio analitico dettagliato prima di prendere una decisione. Perché a secondo di quale strada intenderà percorrere Palazzo Spada (restauro o demolizione dei mosaci per rifarli di sana pianta) si apriranno scenari differenti, ciascuno dei quali nasconde complicazioni in ordine di tempo, soldi e organizzazione del lavoro. Imosaici di Cagli, infatti, come tutte le opere dell’artista anconetano, sono beni vincolati, perciò vanno maneggiati con cura.



Se il Comune, di concerto con la Sovrintendenza, dovesse decidere di rifare ex novo la rappresentazione artistica dei dodici segni zodiacali che abbelliscono la vasca della fontana, la partita finirebbe in mano al Ministero dei beni culturali. Al contrario, se la strada da percorrere sarà quella del restauro spetterà alla Sovrintendenza occuparsi dei lavori conservativi deimosaici. Ma lamappattura del degrado consegnata in Comune pochi giorni fa è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Certo, nessuno si aspettava di leggere che le condizioni deimosaici non fossero gravi, ma le tante criticità emerse nel rapporto (distacchi e fratture in particolare) hanno sollevato molte perplessità. Acominciare dal rischio di commettere un errore già fatto. Quello che riguarda il primo restauro della fontana, nel 1958. Da quello che si apprende, già in quella sede emersero problemi strutturali che andavano risolti una volta per tutte. Invece, si optò per soluzioni tampone. Per questo chi ha avuto modo di leggere il documento propende per demolire i mosaici e rifarli di sana pianta, utilizzando i cartoni che sono custoditi nella sede della Fondazione Carit.



Così da evitare di commettere due volte lo stesso errore. «Dobbiamo evitare lo sbaglio di fare per far vedere», questo lo slogan che va per la maggiore a Palazzo Spada. Che tradotto vuol dire non accelerare i tempi. Perché la strada della demolizione e ricostruzione è più lunga, rispetto al restauro. Il Comune, infatti, dovrà avviare un’indagine di mercato per acquistare i nuovi mosaici. Operazione destinata ad allungare i tempi rispetto al cronoprogramma dei lavori e guastare la festa a chi aveva programmato il taglio del nastro in piena campagna elettorale.



La strada da prendere comunque sarà scelta di concerto tra Comune e Sovrintendenza, che si vedranno passate le feste natalizie.
La riunione servirà per prendere atto delle problematiche emerse dal rapporto e decidere se restaurare o demolire i mosaici di Cagli.
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