Terni, scoperto giro di fatture false
per 1,5 milioni di euro, coinvolte tre ditte

Terni, scoperto giro di fatture false per 1,5 milioni di euro, coinvolte tre ditte
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Giovedì 27 Giugno 2013, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 11:24
TERNI - Un giro di fatture false da 1,5 milioni di euro di redditi non dichiarati, un’Iva non versata per totale di 245 mila euro e l’emissione ed utilizzo di false fatturazioni per oltre 500 mila euro. Queste le cifre da capogiro che la Finanza di Terni contesta ad un gruppo di 4 persone, ed in particolare all’amministratore di una Srl, che utilizzava le fatture false per detrarsi costi inesistenti dal proprio reddito derivante dalla vendita di presidi sanitari, ovvero materiali vari utili per la prevenzione e la cura di alcune patologie, quali in particolare problemi respiratori.



Coinvolte tre ditte individuali. Il titolare della Srl aveva messo in piedi un ingegnoso meccanismo, e si avvaleva della collaborazione di 3 ditte individuali, intestate - riferiscono i finanzieri - rispettivamente ad un uomo di 50 anni, nonché alla madre ed alla moglie di quest’ultimo, le quali emettevano a richiesta false fatture per opere di facchinaggio mai realizzate per conto della Srl finita sotto scopa.



Un giro di false fatture. Centinaia di fatture sulle quali si leggeva: “Prestazioni e manovalanza per spostamento contenitori da e per vostro magazzino”. Un mare di ore di lavoro, è la ricostruzione dei finanzieri, per lo spostamento di migliaia di bombole d’ossigeno, da una parte all’altra del magazzino, ma che gli stessi operai, sentiti in atti, non ricordavano di avere mai eseguito, così come, al termine dell’accertamento, ha dovuto ammettere anche lo stesso titolare della ditta individuale.



Iva non versata. L’emissione dei falsi documenti contabili, hanno ricostruito gli uomini della guardia di finanza di Terni, era poi caratterizzata da un fattore comune: avveniva, in genere, verso la fine ogni mese, ovvero giusto in tempo per le liquidazioni periodiche dell’Iva che in tal modo venivano quantificate ad hoc per ottenerne un immediato, quanto ingiusto ed illecito, beneficio in termini di riduzione dell’imposta a debito. Costi fasulli per prestazioni di servizio che venivano quindi fiscalmente scaricati dalla Srl negli anni dal 2008 al 2010 per abbattere l’Iva, le imposte sui redditi e l’Irap, mentre le 3 ditte individuali non presentavano proprio alcuna dichiarazione e non versavano alcuna imposta, ne per le prestazioni effettivamente effettuate ne per quelle fatturate come fasulle oppure dichiaravano, per alcuni anni, redditi minimi.



Richiesta di sequestro dei beni. Per l’annualità 2011 la stessa Srl non presentava poi, alcuna dichiarazione fiscale, risultando così un evasore totale, completamente occulto al fisco. I vantaggi però erano evidenti, tanto che i finanzieri, al termine dell’accertamento hanno avanzato una richiesta, alla Procura della Repubblica, per il sequestro per equivalente sui beni immobili e mobili del titolare, fra i quali una barca dal valore di circa 100 mila euro ed un’auto di grossa cilindrata.
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