TERNI - Due anni fa finì in carcere con l’accusa di aver consentito che i clienti del bar di via Lanzi, nel cuore della movida ternana, consumassero la cocaina nel bagno del locale.
Lui, albanese di 36 anni, gestore di fatto del locale, si è sempre dichiarato estraneo dalle accuse mosse e ieri è stato assolto dal tribunale.
Il giudice Simona Tordelli ha accolto le argomentazioni dell’avvocato, Francesco Mattiangeli.
In aula l’imputato ha confermato di non essere a conoscenza di alcun consumo di droga all’interno del locale e soprattutto di non averlo mai tollerato.
Il pm aveva chiesto per lui una condanna a tre anni di carcere.
In tribunale è stata smontata la ricostruzione di diversi clienti del locale di via Lanzi, a due passi da piazza San Francesco, che fu chiuso dalla squadra nobile.
Per l’accusa i clienti abituali, le persone coinvolte nell’operazione “Caronte” che portò in carcere nove spacciatori ma anche tanti giovani ternani, quel posto era un porto sicuro. Un luogo dove potevano tranquillamente consumare la cocaina dopo averla comprata nei pressi del locale.
Una ricostruzione che non ha trovato conferme durante il processo, che ieri si è chiuso con l’assoluzione del 36enne albanese già finito nei guai in passato per reati in materia di stupefacenti e contro la persona.