Terni, «250 denunce per codice rosso e donne ridotte in schiavitù»: l'allarme del procuratore Alberto Liguori

La metà delle denunce trattata dalla procura con misure cautelari a tutela delle vittime

Terni, «250 denunce per codice rosso e donne ridotte in schiavitù»: l'allarme del procuratore Alberto Liguori
di Nicoletta Gigli
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Sabato 23 Dicembre 2023, 14:41

TERNI - «L’allarme che consegnano gli oltre 250 casi di denunce per codice rosso è costituito dal tasso di violenza, aumentato tra le mura domestiche: violenze fisiche e morali sempre più drammatiche e conseguente riduzione in schiavitù delle vittime, spesso in presenza di minori».

Il procuratore, Alberto Liguori, traccia il bilancio di un anno passato a tentare di mettere un freno alle violenze da codice rosso. I provvedimenti cautelari d’urgenza sono all’ordine del giorno e vengono presi per tutelare la vita delle vittime.

In procura dal primo gennaio sono arrivate qualcosa come duecentocinquanta notizie di reato tra maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Una media di più di 25 segnalazioni al mese, quasi una al giorno.

La procura risponde col pugno duro. Ogni settimana vengono eseguite in media tre misure cautelari, personali e coercitive. Dodici misure cautelari al mese tra carcere, domiciliari allontanamenti e divieti di avvicinamento dell’aguzzino dall’abitazione familiare.

La metà delle denunce viene trattata col ricorso alla privazione della libertà personale o di movimento dell’indagato.

«Sono dati che devono far riflettere sul tasso di violenza che vive all’interno delle mura domestiche - dice Liguori -  ma non vanno trascurati quelli relativi al cosiddetto codice nero. Troppe donne non ce la fanno, non trovano il coraggio, tra timori di pubblicizzazione del proprio dramma e bisogno di protezione dei figli, di denunciare. Perché è facile nei convegni e nelle occasioni pubbliche invitare le donne ad aprire un cono di luce sulla privacy familiare e l’emersione di umiliazioni che durano da anni. L’affrancazione dall’aguzzino di turno ha un costo economico e sociale di cui noi tutti dobbiamo farci carico, specie economico. Nella realtà ternana l’età media delle vittime è di 44/40 anni. Vivono in contesto familiare monoreddito, a carico di mariti o compagni.

A questa età deve essere loro garantita l’affrancazione dal bisogno economico che solo il lavoro può dare, per “finanziare” un futuro di libertà e dignità».

L’anno nero per i reati da codice rosso ha visto la mobilitazione di investigatori, magistrati, medici ma questo non basta a mettere un freno alle violenze.

«Visti i numeri purtroppo non basta - conferma il procuratore - anche se ritengo non sia umanamente possibile fare di più di quello che è stato fatto e cioè prevenire, monitorando in diretta i movimenti degli aguzzini. Ci sono operatori delle forze di polizia che lavorano 12 ore al giorno su questi reati. Ci sono medici e paramedici degli ospedali ternani che aiutano concretamente le vittime e danno prove robuste ai pm. E ci sono i magistrati requirenti della procura e dell’ufficio del gip che, in tempi record, raccolgono il grido di terrore delle giovani donne di Terni e provincia, dando non solo segnali concreti di vicinanza e solidarietà ma anche la motivazione a tante altre donne che ancora non sono riuscite a trovare il coraggio di denunciare: ci sono loro gli aguzzini ma ci siamo anche noi».

Per Liguori va fatta prevenzione a tamburo battente: «E’ tempo di investire concretamente sulle giovani donne, potenziali vittime di maltrattamenti sin dall’adolescenza, accompagnandole sin dall’età scolare con la presenza costante di professionisti ai quali affidare materie di insegnamento curriculari in un‘opera incessante di educazione alla parità di genere: far comprendere alle nostre figlie che uno schiaffo, una scenata davanti a tutti del fidanzatino è il segnale di una violenza in fieri che non potrà che peggiorare, e non deve essere certo scambiato per amore».

E poi il ruolo degli enti locali «che nelle agende politiche devono costruire le generazioni future affidando incarichi di responsabilità alle donne. Non ricordo di donne corrotte al potere» dice Liguori sottolineando che «la parità di genere, più che essere decantata, deve essere praticata ogni giorno».

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