Furia Longarini: <Panucci voleva andarsene dal 26 luglio>

di Paolo Grassi
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Venerdì 12 Agosto 2016, 22:26 - Ultimo aggiornamento: 22:37
Chi è stato allontanato, sa perché. Sa che è stato fatto perché non rispettava regole e gerarchie. E se la società si sentirà messa con le spalle al muro, si comporterà sempre così, perché nessuno deve arrogarsi il diritto di sostituirsi ad essa. Simone Longarini, amministratore unico della Ternana, mette le cose in chiaro con un duro comunicato apparso sul sito internet della società. Comincia con un «cari tifosi» e ne ha per tutti, da Guglielmo Acri (direttore sportivo fino allo scorso gennaio) all'allenatore Christian Panucci, da poco esonerato, del quale svela anche un retroscena: il tecnico avrebbe comunicato la sua volontà di dimettersi il 26 luglio. Fa un excursus della sua esperienza al timone della Ternana sin dallo sorso anno, dicendo che considera la stagione passata «per certi versi un successo, per altri un grande fallimento». Poi passa a parlare della stagione attuale, dicendo che sin da maggio aveva le idee molto chiare su come continuare la riorganizzazione della società, «poiché già sapevo che quest’anno, per diversi motivi, non avrei potuto dedicare gli stessi sforzi profusi nel corso della passata stagione». Chiarisce anche come è organizzata la società: «C'è un amministratore delegato a cui fa capo e risponde la verticale finanziaria ed organizzativa ed un direttore generale a cui fa capo e risponde la verticale sportiva. Entrambi rispondono direttamente a me. Chi non c’è più (vecchi e nuovi) sa bene quali sono le fortissime motivazioni alla base di tali allontanamenti». E qui, parla di Acri, dicendo che lui sa perché è stato allontanato: «Nel momento in cui, per il bene della società l’amministratore delegato lo chiama e gli dice di fare una cosa, e lui fa il contrario con l’aggravante dei toni minacciosi ed offensivi e con l’ulteriore aggravante di dare allo spogliatoio indicazioni diametralmente opposte a quelle ricevute, alla società non resta da fare che chiudere il rapporto. Stesso discorso valeva e vale per chi ha iniziato quest’anno». E comincia a parlare di Panucci: «Certe alzate di testa, certe forzature per mettere pressione non hanno mai portato a nulla, servono solo ad esasperare gli animi. Soprattutto se vengono da chi era partito con il giusto spirito salvo poi, per ragioni ancora da decifrare, iniziare una battaglia interna contro chi lo aveva nominato e contro chi gli pagava lo stipendio. Qualcuno ha provato a forzare la mano chiedendo apertis verbis lo stravolgimento di tali gerarchie, attaccando apertamente una figura di riferimento sostenendo che non riusciva a parlarci poiché “lo innervosiva” e quindi non ci voleva più interloquire.
Questo non è l’amore di cui egli parla». Poi parla di una telefonata del 16 luglio nel quale Panucci esprimeva al direttore generale la contentezza di lavorare a Terni. Dice di averloesaudito quando ha chiesto di trovare campi in erba per gli allenamenti, ma aggiunge anche: «Il fatto che non sia mai andato a vederli, bucando anche un appuntamento, la dice lunga circa la premeditazione di certe condotte». Poi rivela: «il 26 Luglio alle 21,26 comunicava per sms le dimissioni al Dg comunicando che la mattina dopo avrebbe salutato la squadra. Salvo poi presentarsi al campo e far finta di nulla, con la complicità di chi lo ha coperto».
Poi passa ad un altro riferimento, non meglio precisato, ma legato all'acquisto di Simone Palombi, fatto a direttamente dalla proprietà: «Aggiungo solo, per chi si è permesso di dire in tono minaccioso che non dovevo permettermi di portare avanti una certa operazione sopra la testa di qualcuno, che i 3.000 tifosi presenti alla prima gara ufficiale ringraziano per il goal e il passaggio del turno». Rilancia l'impegno ed il monito per il futuro: «La società ha preso decisione nette e forti come è sempre accaduto e come sempre accadrà, quando qualcuno prova a metterla spalle al muro. Proseguiremo nel nostro lavoro convinti che con serietà e duro lavoro, i risultati arrivano sempre».
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