Spese pazze in consiglio regionale,
indagati Rometti e Buconi

Palazzo Cesaroni, sede del consiglio regionale
di Luca Benedetti
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Sabato 9 Dicembre 2017, 17:23
 PERUGIA - Con calma ma con decisione, l’inchiesta del sostituto procuratore Paolo Abbritti sulle spese pazze (presunte) del vecchio consiglio regionale, batte altri colpi e altri indagati. Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini anche a Massimo Buconi e Silvano Rometti, che erano arrivati a palazzo Cesaroni, nella passata legislatura con la lista dei Socialisti Riformisti. Rometti, poi assessore (oggi siede ancora a palazzo Cesaroni) in realtà, fu eletto due volte: nel listino della presidente Catiuscia Marini e con le preferenze nella sua lista. Preferenze che avevano dato il secondo posto a Massimo Buconi. Rometti optò per il posto conquistato con la lista regionale e Buconi arrivò in aula. Adesso i due esponenti socialisti dovranno rispondere dell’accusa (tutta da dimostrare) di peculato. È quella l’ipotesi di reato su cui ha lavorato a lungo la guardia di finanza. Le fiamme gialle si sono mosse dopo che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti guidata, all’epoca dei fatti, da Salvatore Sfrecola, aveva fatto le pulci ai bilanci dei gruppi consiliari per gli anni 2011 e 2012. E anche per la lista Socialisti Riformisti, i segugi del comando provinciale di via Palermo, hanno controllato scontrini e fatture, bilanci e giustificativi delle pese. Riscontrando alcune anomalie, da quello che filtra, su un pacchetto di circa 50mila euro di spese. Tra le altre verifiche sono state effettuate sulle spese per i ristoranti e anche per i francobolli.
Silvano Rometti e Massimo Buconi sono assistiti dagli avvocati Fernando Mucci e Francesco Falcinelli. I due esponenti del gruppo socialista si aggiungono agli altri indagati per cui le indagini di Finanza e Procura sono state chiuse nei mesi scorsi. Si tratta degli ex consiglieri regionali Franco Zaffini, Roberto Carpinelli e Fiammetta Modena.
La Finanza ha esaminato una grande mole di documenti. Ha fatto riscontri e ha ascoltato come testimoni alcuni dei fornitori dei gruppi consiliari. Non è escluso che altri gruppi di palazzo Cesaroni della passata legislatura possano cadere negli accertamenti della Finanza e nelle conclusioni della Procura. Tutti gli indagati hanno sempre sostenuto la corrttezza del loro operato.
Sulla vicenda sulle spese non corrette c’è stato un pronunciamento della Corte dei Conti che ha condannato a risarcire la Regione per 20.416,81 euro l’ex consigliere Roberto Carpinelli e i suoi assistenti Elisa Mariotti e Rodolfo Sparterna, rispettivamente, per 611,18 e per 1.064 euro.  
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