Sanità troppo costosa e liste d'attesa infinite, c'è chi rinuncia alle cure

Sanità troppo costosa e liste d'attesa infinite, c'è chi rinuncia alle cure
di Fabio Nucci
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 08:43

PERUGIA Con la spesa per prescrizioni private salita di oltre il 30% in cinque anni, il rischio per circa un umbro su dieci è rimandare o rinunciare alle cure. Un po’ per motivi economici, un po’ per ragioni logistiche e strutturali. A partire dalle liste d’attesa contro le quali, Codacons e Articolo 32 hanno lanciato una campagna di assistenza e tutela dei pazienti, con decine di segnalazioni quotidiane che giungono all’associazione. In altri casi, specie gli anziani, si dimenticano magari di rinnovare la prescrizione dei medicinali o di assumerli. Un rischio contro il quale Federfarma e medici di base si stanno muovendo con la Regione per stilare un protocollo che vedrebbe le farmacie prendere in carico determinati assistiti per verificarne il rispetto della terapia.
Per quanto riguarda analisi, visite ed esami strumentali, la questione centrale ruota intorno ai tempi di attesa. «Sono classificati in quattro fasce, da quella codificata come urgente a quella che prospetta 120 giorni di dilazione», ricordano dal Codacons Umbria. «Il problema vero è che questa tempistica, vuoi il Covid, vuoi i pensionamenti e altre problematiche, non è più rispettata». A questo si deve aggiungere il fatto che talvolta gli assistiti sono chiamati a spostarsi sul territorio, a seconda della disponibilità che si trova, magari da Terni a Gubbio o viceversa. «Un disagio oggettivamente c’è ed è notevole – osserva Rita Bartoloni, coordinatrice regionale del Codacons - ma è un fenomeno generale che interessa anche altre regioni, non solo l’Umbria. Riceviamo continue telefonate di persone che non riescono a fare esami, specie se un po’ particolari, nei tempi stabiliti oppure non trovano la possibilità perché oltre un certo periodo di tempo, il sistema non restituisce una data per l’appuntamento. Quindi bisogna richiamare o recarsi di nuovo al Cup. In altri casi, l’utente è chiamato ad attraversare mezza regione e non sempre lo spostamento garantisce di avere l’esame nei tempi previsti: questa è la dinamica ricorrente». Per dare risposte ai pazienti alle prese con tali problematiche si muove anche l’ufficio legale nazionale dell’associazione, a Roma. Tra le segnalazioni raccolte dal Codacons, quella di una signora di Narni che ha cercato di programmare una colonscopia per l’anziano padre, ma la prima data utile non era proponibile in quanto il paziente non sarebbe riuscito a svolgere la preparazione e in ogni caso si sarebbe dovuto recare a Città di Castello.
Così, chi può devia verso le strutture private, tendenza che dal 2016 al 2021, considerando la spesa registrata dalla Ragioneria dello Stato, è salita del 32%. Ma non tutti possono permetterselo e sono quindi costretti ad attendere i tempi della sanità pubblica, con tutti i rischi che ne conseguono. In base agli ultimi dati Istat, nel 2021 il 13% degli umbri che necessitavano di visite specialistiche o esami, dichiarava di aver rinunciato per problemi economici o per problemi legati alle difficoltà di accesso al servizio.
Nella quotidianità, poi, c’è anche chi ha problemi a rispettare la terapia, specie anziani che qualche volta si dimenticano di prendere i farmaci prescritti.

O magari non riescono a trovare il medico di famiglia per avere la prescrizione perché non ricordano o non hanno compreso gli orari cui ricevono. «Per far fronte a questo fenomeno – spiega Augusto Luciani, presidente regionale di Federfarma - stiamo lavorando con la Regione e i medici di medicina generale per prendere in carico dei pazienti e misurare la rispettiva terapia, la compliance. In alcuni casi metteremo sotto la lente tre patologie importanti come Tpo, diabete e scompenso cardiaco. Questo per capire se le persone prendono effettivamente i farmaci necessari: un modo per lavorare di più insieme sulla prevenzione e sull’aderenza alla cura».

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