Sangemini, torna l’incubo esuberi
L’azienda ha annunciato
il taglio di settantasei lavoratori

Sangemini, torna l’incubo esuberi L’azienda ha annunciato il taglio di settantasei lavoratori
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 20 Marzo 2021, 09:31

SAN GEMINI «Forte preoccupazione per gli esuberi annunciati e per il principio di discussione iniziato presso il tavolo del Mise». Così le organizzazioni sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil dopo i primi dettagli del piano industriale di Acque Minerali d’Italia, di cui fanno parte anche Sangemini e Amerino, emersi con la documentazione arrivata tramite PEC ai lavoratori dal Tribunale di Milano che ha ammesso la società al concordato in continuità. Come evidenziato dall’azienda gli esuberi sarebbero 76 su tutto il gruppo che conta complessivamente 355 lavoratori. «Riteniamo che a livello metodologico e per una gestione virtuosa e quantomeno corretta delle relazioni industriali, prima della dichiarazione di esuberi si dovrebbe entrare nel merito del piano. È imprescindibile per le parti sociali comprendere la direzione che l’azienda intende percorrere» aggiungono i sindacati. Tra i marchi direttamente interessati agli esuberi ci sarebbero Sangemini e Gaudianello. «I siti di Sangemini e Amerino - prosegue la nota dei sindacati - avendo posto fiducia in AMI e nello sviluppo dei siti, hanno già affrontato grandi sacrifici rinunciando a parte dei loro stipendi. Gli accordi che erano stato siglati nel 2014 e nel 2018 a garanzia delle concessioni e a salvaguardia dell’occupazione, con l’apertura degli ammortizzatori sociali, prevedevano investimenti e mantenimento totale degli occupati fino al 2024. Chiediamo il rispetto di quanto stipulato in quegli accordi, per cui i lavoratori si sono e si stanno fortemente sacrificando. Ricordiamo, in questo senso, che gli investimenti previsti non sono stati mai realizzati». 
Investimenti che sono previsti nel nuovo piano accanto alle razionalizzazioni e al recupero, entro il 2026, delle quote di mercato perse. Previsti interventi di manutenzione straordinaria per 6,9 milioni di euro degli impianti produttivi di Valli del Pasubio (Norda), Primaluna e Sangemini. Fondamentale sarà l’ingresso di due fondi d’investimento, l’americano Magnetar e l’italiano Clessidra, che sottoscriveranno un aumento di capitale per un importo complessivo «pari a non meno di 48,5 milioni». 
Secondo i sindacati, le risorse per evitare ingenti perdite nei siti ci sono: «Ammortizzatori sociali per le aree di crisi complessa e fondi dedicati ai marchi storici.

Non possiamo lasciare che si perdano posti di lavoro all’interno di questi stabilimenti, riferimenti importantissimi per un territorio in crisi. Per discutere di questi temi abbiamo richiesto il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali, in attesa ed in preparazione del prossimo incontro presso il tavolo ministeriale a cui parteciperanno anche i soggetti sopracitati. In questa fase risulta fondamentale il rispetto del patto per il territorio, siglato lo scorso settembre presso il comune di San gemini, nei suoi obbiettivi principali il mantenimento occupazionale e lo sviluppo produttivo. Si auspica che, nel caso in cui il piano industriale non risultasse solido e in grado di creare sviluppo economico sul territorio, la procedura valuti tutti gli eventuali scenari possibili, nel rispetto delle vie istituzionali. Le organizzazioni sindacali - concludono - ribadiscono lo stato di agitazione, nei prossimi giorni si valuteranno iniziative sindacali».

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