Salviamo il birillo centro del mondo
l'aiuto di Confcommercio

Salviamo il birillo centro del mondo l'aiuto di Confcommercio
di Giovanni Camirri
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Luglio 2014, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 23:04
La ricerca di una casa per il birillo rosso del biliardo del Gran Caff Sassovivo, aperta dal suo proprietario Giovanni Picuti attraverso i social network, e rilanciata dalle colonne de l Messaggero, fa un altro passo avanti dopo l’intervento del sindaco Nando Mismetti. A raccogliere la «sfida» è Fabrizio Bastida, presidente di Confcommercio Foligno. «L’idea che si sta sviluppando - dice Bastida - intorno al birillo rosso del Sassovivo, apre un ragionamento legato alla città che può essere sviluppato. Mi riferiscono, nello specifico, alla necessità di non perdere tradizioni e valori popolari tramandati negli anni. E una tradizione e un valore popolare è anche il birillo rosso del Gran Caffé. L’idea potrebbe essere quella di creare, muovendosi nel solco della tradizione popolare, una sorta di vera e propria casa della ”folignalità”. Potrebbe essere questo il contenitore giusto - prosegue - per accogliere il biliardo del Sassovivo e il suo amato birillo rosso insieme agli altri simobili dell’identità popolare cittadina. Insomma penso ad un museo popolare cittadino. Come Confcommercio, su questa linea, pronti a verificarne la fattibilità nell’ambito di un confronto allargato che coinvolga più soggetti, accogliamo - conclude Bastida l’iniziativa dell’avvocato Giovanni Picuti, proprietario del biliardo».

Nell’edizione di martedì de Il Messaggero, il sindaco Nando Msimetti, s’è dichiarato pronto, verificata la disponibilità della proprietà del biliardo, a sondare la possibilità di individuare un locale in centro storico dove poter esporre il «birillo rosso» attraverso un possibile progetto che si muove nel solco dell’identità popolare cittadina.

Intorno al «pirolo», così vengono chiamati a Foligno i birilli del biliardo, si sta comunque sviluppando un confronto sui temi dell’identità cittadina in chiave popolare. Un dibattito che, va detto, riscuote consensi, ma anche pareri contrastanti. Resta il fatto che se ne parla e che l’idea di pensare ad un contenitore che diventi la casa delle tradizioni popolari locali non sembra essere un progetto campato per aria. Come andrà a finire, e se tutto ciò porterà a concretizzare qualcosa lo si vedrà prossimamente. Certo è che la risposta della città, che passa anche per i social network c’è e riassume tante posizioni su questa questione che pare appassionare sia chi ha vissuto i fasti del «pirolo rosso» che quanti, soprattutto tra i più giovani, ne hanno soltanto sentito parlare, magari nei racconti dei nonni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA