Ricatto hard a una ragazzina di 13 anni filmata mentre fa sesso: chiesti soldi per non divulgare il video

Chiesto il processo per due giovani di 19 anni

Ricatto hard a una ragazzina di 13 anni filmata mentre fa sesso: chiesti soldi per non divulgare il video
di Enzo Beretta
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Domenica 4 Febbraio 2024, 08:55

Una ragazzinadi 13 anni, studentessa della terza media di una scuola della provincia di Perugia, è stata filmata col cellulare mentre faceva sesso con un ragazzo più grande di lei e successivamente ricattata. La delicata questione approda in udienza preliminare a Perugia. I fatti risalgono al 2021. Sul banco degli imputati ci sono due giovani che all'epoca avevano 19 anni. Nei loro confronti il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini ha chiesto il rinvio a giudizio: su questo e altri aspetti deciderà il giudice Natalia Giubilei. 
I genitori della ragazzina si sono recati in caserma dai carabinieri per sporgere denuncia dopo che avevano saputo, attraverso altri genitori di amiche, del «pettegolezzo» di un video a sfondo sessuale nel quale era presente la figlia. Quest'ultima, nel frattempo, aveva peggiorato il proprio rendimento e mostrava disagio nell’andare a scuola.

Il primo imputato viene accusato dei reati di atti sessuali con minorenne, detenzione o accesso a materiale pornografico, violenza privata, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato e prostituzione minorile. L’amico, invece, di pornografia minorile, ritenuto responsabile di aver filmato tre video con il proprio iPhone della giovane «mentre praticava un atto sessuale» al coimputato. Quest’ultimo - hanno ricostruito le indagini - ha avuto rapporti con la minorenne «in almeno cinque occasioni» e anche nel suo cellulare Huawei è stato trovato un video hard.

La Procura di Perugia contesta «l’aggravante di aver commesso il fatto anche al fine di realizzare il reato di violenza sessuale». Due volte - si legge nelle carte della Procura - «minacciava» la ragazzina di «divulgare il video nel caso in cui avesse rifiutato di instaurare con lui una relazione sentimentale o, comunque, ad assecondare le proprie richieste in ambito sessuale». Secondo il pm, sempre dietro minacce, l’ha anche «costretta a sottrarre 50 euro ai genitori per consegnarglieli». E in altre «quattro occasioni» - è sempre l’accusa - le ha proposto di fare sesso con lui «in cambio di un regalino». Nel capo di imputazione attraverso il quale si contesta il reato di prostituzione minorile si fa riferimento anche alla «proposta di consumare un rapporto sessuale con una terza persona rimasta ignota in cambio di 100 euro». 

Tra le fonti di prova indicate dalla Procura troviamo gli esiti delle indagini dei carabinieri, verbali di perquisizione e sequestro, ordinanze di esecuzioni cautelari, il verbale di incidente probatorio, le analisi dei telefoni cellulari, le dichiarazioni di persone informate sui fatti e altri documenti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Fabio Militoni e Cristina Zinci.

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