Perugia,banda delle rapine e furti in centro: ora è caccia ai complici

Perugia,banda delle rapine e furti in centro: ora è caccia ai complici
di Michele Milletti
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Sabato 23 Marzo 2024, 16:41

PERUGIA - Caccia ai complici. Perché i due arresti delle ultime settimane potrebbero non aver concluso completamente le operazioni di cattura dei balordi considerati responsabili, o fra i responsabili, degli assalti alle boutique e altri negozi del centro storico. In particolare.
Perché, come raccontato dalle stesse operazioni della polizia (squadra volante e squadra mobile da inizio anno hanno operato diversi arresti sotto questo profilo), se le attività commerciali in acropoli sono quelle in cui l’emergenza è emersa fin dallo scorso novembre, con il passare dei mesi altri negozi sono nella prima periferia cittadina e anche nell’hinterland sono stati presi di mira.
L’IPOTESI
Logico pensare che possa essere stata l’azione di più persone, ma quello che emerge è che almeno quattro di loro possano essere considerati una specie di banda o comunque di gruppo che agisce in maniera tra loro coordinata. Nel senso, una volta vado io e una volta vai tu. Ebbene la strada (leggi alcuni commercianti che hanno subito furti o rapine, con commesse minacciate e strattonate dai balordi in fuga con un abito, un profumo o qualche bottiglia di alcolici) racconta come i due arrestati dalla polizia negli ultimi tempi, e cioè il trentenne nordafricano un paio di giorni fa e un altro straniero sempre in zona centro non molto prima, farebbero parte come detto di un gruppo composto da almeno altre quattro persone dedite ai furti.
Anche perché dagli stessi commercianti, che sono i primi a ringraziare in particolare la polizia e anche le altre forze dell’ordine per l’attenzione massima alla questione, arriva la segnalazione di altri tentati furti negli ultimi giorni. Alert che sono immediatamente risuonati in acropoli, dal momento che la questione furti tiene con il fiato sospeso molti commercianti, che oltre ai danni procurati dai balordi in azione hanno dovuto fare i conti anche con situazioni poco piacevoli come alcune commesse che hanno manifestato la paura di tornare al lavoro dopo aver subito aggressioni.
Ipotesi e considerazioni che magari nascono dalla visione delle immagini registrate dalle telecamere dopo gli assalti e anche dall’incrociare racconti, testimonianze e sommari “identikit” tra colleghi presi d’assalto negli orari di apertura dei negozi, con personaggi che entrano e in pochi secondi portano via (o tentano di farlo) prodotti che possono arrivare a valere anche diverse centinaia di euro, come nel caso dei pantaloni rubati in un negozio di corso Vannucci o del giubbotto portato via a un’attività commerciale di via Baglioni-
In diversi casi questi raid hanno avuto anche l’esito di commesse o proprietari dei negozi aggrediti e minacciati, feriti e spaventati dai balordi in fuga: come reso noto dalla polizia giovedì scorso, l’ultimo arresto (il trentenne magrebino) è avvenuto dopo che il bandito è stato collocato dagli investigatori della squadra mobile sulla scena di almeno sedici tra furti e rapine, con poi altri quattro reati contestati tra ricettazione e utilizzo indebito di carte di pagamento.
Recentemente, un altro trentenne con la passione per i profumi di marca è stato posto in stato di fermo dopo che sono stati raccolti nei suoi confronti indizi relativi a una serie di furti perpetrati in vari negozi.
LA PISTA DELLA DROGA
E se in alcuni casi i furti possono essere legati anche all’avere qualcosa da mettere sotto i denti, nella maggior parte dei casi l’impressione dei commercianti è quella che tali raid vengano commessi per avere prodotti di scambio con cui andare dagli spacciatori per ottenere la droga.

Magari non solo le dosi per il proprio fabbisogno quotidiano di dosi, ma anche per averne qualcuna in più da poter smerciare e ottenere un successivo profitto.

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