«Promettevano finanziamenti facili agli imprenditori in difficoltà»:
porta a Malta la nuova indagine che coinvolge Antonini

«Promettevano finanziamenti facili agli imprenditori in difficoltà»: porta a Malta la nuova indagine che coinvolge Antonini
di Ilaria Bosi
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Lunedì 11 Novembre 2019, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 16:39
SPOLETO - Prospettavano agli imprenditori in difficoltà un facile accesso al credito, attraverso una finanziaria di Malta. Per ottenere il servizio si pagavano dai 12mila ai 15mila euro, ma della liquidità nessuna traccia. Coinvolge, ancora una volta, l’ex presidente della Bps Giovannino Antonini l’indagine condotta dalle Fiamme gialle di Perugia lungo l’asse Spoleto-Malta. Anche in questo caso si ipotizza l’associazione a delinquere, finalizzata però alla truffa aggravata e all’abusiva attività finanziaria. Ad accendere un faro sulla Suite Finance Scc Plc, la società maltese che prometteva credito in cambio di compensi, sono stati i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Perugia, dopo la denuncia di un imprenditore. L’uomo, fiutato l’inganno per non aver ottenuto il credito nonostante avesse pagato il compenso pattuito, si è rivolto alla Guardia di Finanza, spiegando sommariamente il meccanismo di cui era stato vittima. L’indagine, di cui è titolare il procuratore capo di Spoleto Alessandro Cannevale, ha consentito di scoprire il meccanismo attraverso cui, sull’asse Spoleto-Malta, operava l’ipotizzata associazione a delinquere, contestata all’umbro Giovannino Antonini, al marchigiano Fabio Verdini e al toscano Simone Rossi, residente a Londra. Un’indagine avviata più di un anno fa, con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche, e che ha consentito alle fiamme gialle di scoprire una seconda presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa, attraverso la quale venivano promessi posti di lavoro e il superamento di concorsi pubblici dietro compensi che oscillavano dai 2mila agli 8mila euro. La figura che accomuna le due inchieste, perché coinvolto in entrambe, è lo spoletino Giovannino Antonini, ex potente presidente di Banca. Il meccanismo che ha portato all’apertura dell’indagine principale, secondo quanto accertato da Finanza e Procura, funzionava più o meno così: gli imprenditori che si trovavano in difficoltà e avevano bisogno di finanziamenti si rivolgevano ai tre indagati, che prospettavano un facile e vantaggioso accesso al credito attraverso la stipula, in Italia, di contratti di cartolarizzazione (operazione finanziaria finalizzata a ottenere liquidità cedendo il rischio a investitori terzi). I contratti venivano stipulati con la Suite Finance, di cui Rossi era amministratore, e che obbligavano la società maltese a erogare un finanziamento attraverso la cartolarizzazione del patrimonio mobiliare e immobiliare dell’impresa finanziata, facendolo confluire in 5 fondi obbligazionari riconducibili a Suite. Fondi che, a detta degli indagati, erano quotati dal 2017 al mercato secondario della Borsa di Francoforte. A quel punto gli imprenditori conferivano un incarico alla Suite Merchant per consentire l’accettazione del patto stipulato. Un incarico che costava dai 12mila ai 15mila euro. Il cliente costituiva poi una newco, ma le operazioni di cartolarizzazione non andavano mai a buon fine e gli imprenditori si sentivano gabbati: nessuna liquidità, nonostante avessero pagato.
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