Otranto, bufera sul comune: il sindaco Cariddi e il fratello accusati di associazione a delinquere

"Sistema Cariddi" è Il nome con cui gli investigatori hanno battezzato la rete che amministrava illegalmente la città sull'Adriatico, con la complicità di imprenditori e componenti dell'ufficio tecnico del comune

Otranto, il sindaco, Pierpaolo Cariddi e il fratello arrestati con l'accusa di associazione a delinquere
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Lunedì 12 Settembre 2022, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 15:10

Associazione a delinquere e corruzione sono i reati di cui sono accusati e per i quali sono finiti in manette Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto, e il fratello Luciano (ex sindaco fino al 2017). Gli inquirenti parlano di "sistema Cariddi" nell'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, con i sostituti Roberta Licci e Giorgia Villa. 

I Cariddi sono stati raggiunti questa mattina dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine.

Ai due viene contestata l'ipotesi di reato di associazione a delinquere, che secondo l'accusa sarebbe stata finalizzata alla corruzione elettorale, alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falso ideologico, frode in processo penale e depistaggio, concussione, turbativa d'asta, rivelazione del segreto di ufficio, nonché truffa ai danni dello Stato e della Comunità europea.

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Le mani del "Sistema Cariddi" su Otranto: il caso e le intercettazioni

«Quante ce ne siamo scampate...e qua hanno tentato di denunciarci per le "c...te", invece no?...se erano andati a trovare veramente le cose giuste vedi che saremo già finiti in gattabuia», questo è un passaggio delle intercettazione riportate nell'ordinanza di custodia cautelare che indica Luciano Cariddi capo, promotore ed organizzatore dell'associazione a delinquere. Le indagini sostengono che l'ex sindaco abbia impartito direttive sia al fratello Pierpaolo che ai funzionari del Comune riguardo varie autorizzazioni, nonchè la gestione dei lavori da appaltare.

Spesso Luciano Cariddi sarebbe inoltre intervenuto di persone per favorire gli imprenditori dai quali avrebbe ottenuto maggiori vantaggi. Quegli imprenditori che avrebbero poi costituito gli elettori del duo Cariddi «strumento indispensabile in termini di incremento, consolidamento e continuità del potere e della capacità di controllo esercitata da oltre un decennio, esercitando costanti pressioni e persino implicite minacce nei confronti dei pubblici ufficiali che rifiutavano di sottostare ai loro ordini, chiarendo anche in presenza degli imprenditori amici quale fosse la linea di condotta del "sistema Cariddi», scrive la Procura.

La ricostruzione della rete illegale per la gestione della cosa pubblica nel comune porterà a dover rispondere dinanzi ai giudici, per l' ipotesi di reato di associazione a delinquere, anche componenti ed ex componenti dell'Ufficio Tecnico quali: il geometra Giuseppe Tondo, Roberto Aloisi ed Emanuele Maggiulli; l'ingegnere Marco Maggio, dello studio professionale Cariddi; gli imprenditori Salvatore Giannetta, Raffaele De Santis e Luigi Bleve; ed il comandante della Polizia municipale Vito Spedicato.

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