Perugia, tenta di strangolare la moglie e le getta addosso la candeggina

Il tribunale di via XIV Settembre
di Enzo Beretta
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 06:30

La Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio di un 45enne di San Severo (provincia di Foggia) accusato dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della moglie. I fatti che gli vengono contestati risalgono agli anni 2020 e 2021, quando la poveretta, tra le altre cose, ha rischiato di essere strangolata dal marito che in preda alla furia le gridava: «Silenzio, zitta che finisce subito». Le contestazioni mosse all’imputato - il procedimento penale è appena approdato in udienza preliminare davanti al giudice Valerio D’Andria - contengono altre gravi accuse come quella di averla picchiata con la doga del letto, di averle spruzzato addosso la candeggina e di averla ferita ad una gamba con la lama di un taglierino. In uno dei momenti più accesi di violenza - è stato ricostruito attraverso le denunce - il pugliese ha fatto bere alcol al figlio per poi tornare alla carica contro la donna che per la paura, nel frattempo, si era andata a chiudere a chiave nella camera da letto. Una volta, nel luglio 2020, ricostruisce il pm, «dopo aver fatto uso di sostanze alcoliche ha tentato nuovamente di strangolarla alla presenza dei due figli minori». La Procura racconta di «pugni in testa», «calci allo stomaco», frasi pesanti come ‘Ti taglio la faccia e i capelli’ da parte dell’imputato che un giorno agitava un taglierino provocando «piccoli tagli» alla donna inseguita: in quella circostanza avrebbe anche «cercato di sfondare la porta».

Le violenze sembravano non finire mai: una «bottiglia di vetro spaccata», l’augurio di morire, la «candeggina spruzzata addosso», il gesto di scagliarle un grosso masso in testa. E poi quel viaggio, tremendo, in auto: «In stato di ebbrezza alcolica - ricostruisce la Procura - si metteva alla guida dell’auto insieme alla moglie e ai figli, rischiando di avere un incidente». ‘Ti ammazzo, ti faccio fuori’, le gridava mentre «la colpiva col taglierino a lama aperta e con dei pugni in testa». L’imputato, che deve difendersi anche dall’accusa di aver «portato fuori dalla propria abitazione, senza giustificato motivo, un taglierino», è difeso dall’avvocato Teresa Giurgola. Si torna in aula il 26 aprile, giorno in cui, con ogni probabilità, il gup deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio del pugliese.

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