Gesenu, Ventanni lascia
Adesso è caos tra i soci

Luciano Ventanni (foto Marco Giugliarelli)
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Domenica 1 Giugno 2014, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 18:50
PERUGIA - Ormai la partita chiusa. E difficilmente potr essere riaperta. Luciano Ventanni sta lasciando Gesenu.

Il presidente gentiluomo ha rimesso il suo mandato in mano al sindaco, Wladimiro Boccali. Che lo ha nominato la scorsa estate. Un'avventura tosta durata neanche un anno. I rumor confermano, nessuno parla. La consegna del silenzio è totale. Ci sono le elezioni (il ballottaggio) ed è logico che la vicenda crei tensioni a palazzo dei Priori e non solo.Dalle parole ai fatti, Ventanni è passato nel giro di pochi giorni. I bene infornati raccontano che prima c'è stato l'annuncio e poi Ventanni si è messo alla scrivania per firmare la lettera dell'addio. Troppo complicati i rapporti tra il socio pubblico (Il Comune di Perugia) e quello privato (il Gruppo Cerroni). Troppo difficile, dopo mesi di tentativi, arriva a una linea comune di intervento sul futuro della società. Che ha conquistato nuovi appalti, ma che soffre la situazione dei crediti non riscossi, soprattutto in Sicilia. Milioni di euro congelati che hanno, di fatto, mandato insofferenza l'azienda. Proprio per questo Ventanni aveva ipotizzato un prestito ponte dai soci (non più di 5-6milioni di euro) per uscire dalle secche dei crediti ancora congelati. Ma la partita non si è chiusa. E, secondo i bene i formati, ha rischiato di arenarsi anche quella sul nuovo piano industriale chiesto a gran voce dai sindacati.



Il caso Umbria mobilità. Torna alta la tensione in Umbria Mobilità con il taglio di 170mila chilometri e il rischio esuberi. Si muove Alessandro Emili, segretario regionale di Uiltrasporti. «Queste scelte- dice tra l'altro Emili- confermano la volontà di disimpegno degli enti locali mostrata in occasione della vicenda della vendita della azienda unica regionale e conferma le nostre preoccupazioni sulla prossima decisione della ulteriore decisione che dovranno prendere sulla vendita del rimanente 30%. Auspichiamo un intervento della Regione. Allo stesso tempo respingiamo il tentativo di Bus Italia di scaricare i problemi che ne derivano sul fattore lavoro».
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