PERUGIA - Il giudice perugino Angela Avila ha incaricato tre periti di svolgere accertamenti sulla morte dello studente 17enne Alex Mazzoni deceduto l’11 marzo 2020 all’ospedale di Perugia dopo alcuni cicli di chemioterapia per trattare una leucemia. Si tratta del medico legale Beatrice Defraia, dell’ematologo Alberto Bosi e del chirurgo Paolo Fabbrucci, i quali ieri mattina hanno ricevuto l'incarico nel Palazzo di Giustizia di via XIV Settembre. Per la morte di Alex la Procura di Perugia ha indagato otto medici del Santa Maria della Misericordia: l'accusa è quella di omicidio colposo. I nomi dei professionisti sono gli stessi per i quali era stata proposta l'archiviazione nel marzo 2021, prima che la famiglia del giovane - affetto da leucemia - tornasse alla carica chiedendo la riapertura del caso mediante una consulenza medico legale e la relazione di un ematologo.
«Non si discute che la vicenda meriti il massimo rispetto e il massimo garbo possibile ma non è sull’onda dell’emotività e sulla scorta di nuove valutazioni tecniche fondate su elementi già valutati che può chiedersi la riapertura delle indagini», sostiene l’avvocato Giancarlo Viti che difende i sanitari, i quali rivendicano la correttezza del loro operato e attraverso il legale si dicono certi di aver fatto ciò che andava fatto, nella consapevolezza della grave malattia che aveva colpito il giovane.
Il gip chiede di «accertare, in particolare, se una diversa condotta dei professionisti e/o dei soggetti coinvolti avrebbe, con alto grado di credibilità razionale e probabilità logica, evitato il decesso». Defraia, Bosi e Fabbrucci inizieranno i loro accertamenti a metà settembre per poi essere sentiti in contraddittorio nell’udienza del 18 dicembre. Saranno presenti i consulenti della famiglia assistita dall'avvocato Francesco Paolieri (il medico legale Gualtiero Gualtieri e lo specialista in ematologia Nicola Stefano Fracchiolla) e quelli della difesa (l’ematologo Fabrizio Martelli, il chirurgo Annibale Donini e il medico legale Mauro Bacci).