Mamma morta a Perugia: verrà processato il medico anestesista

Nella foto d'archivio una sala operatoria
di Enzo Beretta
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Mercoledì 4 Ottobre 2023, 06:15

In seguito alla morte della paziente Ioana Lingurar, la giovane mamma di 29 anni deceduta il 23 gennaio 2021, il giudice per l'udienza preliminare Margherita Amodeo ha rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo il medico anestesista della clinica privata Villa Fiorita di Perugia. Il processo al 77enne campano inizierà l’11 luglio 2024 davanti al giudice monocratico Marco Verola. L'avvocato Delfo Berretti dice di essere «piuttosto sorpreso per il rinvio a giudizio»: «Se dal punto di vista civilistico le ragioni possono essere condivisibili il ragionamento da fare in sede penale è diverso In quanto le sezioni unite Franzese e la giurisprudenza successiva esigono per la penale responsabilità che l’evento lesivo, in caso di compimento dell’azione asseritamente omessa, non si verifichi con un grado di probabilità prossimo alla certezza. L’incidente probatorio ha detto il contrario. Nel corso del processo, in ogni modo, riusciremo a dimostrare l’innocenza del medico anestesista». «È opportuno precisare che la Casa di Cura Villa Fiorita - si legge in una nota degli avvocati Vincenzo Propenso e Stefano Bordoni - non siede sul banco degli imputati ma è parte del processo esclusivamente come responsabile civile rispetto ad un'eventuale pronuncia di condanna al risarcimento dei danni.

Il rinvio a giudizio di oggi - prosegue il comunicato - non equivale ad un'attribuzione di responsabilità al medico e tantomeno alla struttura ma sancisce la necessità di sottoporre la vicenda al vaglio dibattimentale, al fine di fare maggior chiarezza sulle cause della morte della povera ragazza e su ogni altro aspetto contenuto nel capo d'imputazione».

Secondo il pm Gennaro Iannarone il medico ha «cagionato per colpa, consistita in imprudenza, negligenza e grave imperizia, la morte» della giovane «agendo in violazione delle raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate dalla legge, nonché delle buone pratiche clinico-assistenziali adeguate alle specificità del caso concreto». Il 22 gennaio «nel corso di un intervento chirurgico di artroscopia di anca in anestesia spinale presso la Casa di cura Villa Fiorita l’imputato, omettendo di rilevare adeguatamente i parametri clinici della paziente durante la procedura anestesiologica (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno), nonché di attuare un monitoraggio elettrocardiografico durante la fase intraoperatoria, ritardava il rilevamento dei dati elettrocardiografici e diagnosticava tardivamente che, nel corso dell’intervento chirurgico, la paziente era entrata in arresto cardiorespiratorio». 

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