Malasanità, in Umbria la Corte di Conti chiede ai medici oltre 7,5 milioni di danni a ospedale e aziende

I magistrati della procura regionale della Corte dei Conti
di Egle Priolo
2 Minuti di Lettura
Sabato 2 Marzo 2024, 08:27

PERUGIA - Sette milioni e mezzo di euro. Esattamente 7.514.218 e qualche spiccio. A tanto ammontano le richieste della procura regionale della Corte dei conti per i danni da malasanità. Quella malpractice sanitaria per cui i medici finiti nel mirino delle contestazioni di via Martiri dei lager dovrebbero risarcire le due aziende sanitarie, la Regione Umbria e il Santa Maria della misericordia di Perugia. E a cui vanno aggiunti i casi sollevati nell'ospedale di Terni.

Sono stati 33, in totale, i fascicoli aperti nel 2023 dal procuratore regionale Rosa Francaviglia, che li ha riportati nella relazione resa nota in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario e che «hanno comportato ingenti risarcimenti in favore di soggetti terzi danneggiati». Quindi pazienti a cui è stato riconosciuto un danno, pagato da ospedali e aziende e che adesso la Corte dei conti rivuole indietro dai professionisti convenuti. «La plurilesività delle fattispecie di malpractice comporta sia la compromissione del diritto alla salute, riconosciuto e tutelato dall’art. 32 della Costituzione – ha sottolineato Francaviglia -, sia l’insorgenza di danno indiretto azionabile dalla procura contabile». Che, per esempio, ha chiesto conto del presunto «utilizzo erroneo» del bicarbonato di sodio al posto della soluzione salina che ha portato alla cecità parziale di alcuni pazienti nel reparto di Oculistica di Spoleto o delle «ustioni chimiche ai genitali esterni» che hanno portato a un risarcimento della Asl Umbria 1. O ancora, del risarcimento di 800mila euro pagato dalla Regione per la morte di una paziente di 22 anni all'ospedale di Perugia per gli «esiti di intervento di embolizzazione di aneurisma cerebrale», i 430mila «per esiti di paraplegia incompleta da ematoma epidurale spinale e sindrome da immobilizzazione a seguito di effettuazione di blocchi antalgici epidurali» o i 130mila per gli «esiti di un'errata diagnosi di diverticolite acuta in paziente con aneurisma dell'aorta addominale» al pronto soccorso che hanno portato alla «necessità di dialisi permanente». Tra i danni pubblici più ingenti quello da oltre un milione e 250mila euro chiesti per sanare l'esborso dell'Azienda ospedaliera di Perugia per l'arresto cardiaco di un paziente dovuto all'«errata condotta professionale per l'impiego di dosi eccessive di farmaci sedativi». Nella relazione di Francaviglia anche il danno da oltre 630mila euro subito dall'ospedale di Perugia per il risarcimento dovuto alla morte di un paziente dopo un trattamento sperimentale in un intervento chirurgico di gastrectomia per un cancro all'apparato digerente.
Alcuni dei casi riportati nell'intera relazione sono relativi a episodi anche molto remoti, con la Corte dei conti impegnata a voler rifondere le casse pubbliche per le colpe gravi di cui chiede ora ragione ai professionisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA