Luca Ravenna: «Pronto a disonorare
un luogo meraviglioso come sono i
Giardini del Frontone di Perugia»

Luca Ravenna: «Pronto a disonorare un luogo meraviglioso come sono i Giardini del Frontone di Perugia»
di Michele Bellucci
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Giovedì 16 Giugno 2022, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 15:49

PERUGIA - La comicità caustica di Luca Ravenna, tra i più noti stand-up comedian italiani, sarà protagonista questa sera ai Giardini del Frontone con il nuovo spettacolo “568” (inizio alle 21.00). L’appuntamento, inserito nella rassegna Comìc Umbria promosso da Occhisulmondo e Aucma, arriva dopo il successo travolgente del comico milanese che ha richiamato oltre 15.000 persone nelle 20 date del tour già andate in scena. Noto per le sue collaborazioni con il collettivo romano The Pills e per i vari spettacoli andati in onda su The Comedy Club e Comedy Central, lo scorso hanno Luca Ravenna ha partecipato al format “Lol - Chi ride è fuori” su Prime Video raggiungendo un pubblico trasversale.

Luca Ravenna, per lei che si dichiara particolarmente scaramantico cosa significa tornare a Perugia?

Torno con molto piacere perché Matteo Svolacchia (uno degli organizzatori, ndr) mi invitò ad esibirmi alla Sala dei Notari, un posto davvero speciale. Era il febbraio 2020, il giorno in cui trovarono il “paziente 0” e facendo l’aperitivo ci dicemmo che probabilmente sarebbe stato l’ultimo spettacolo per un po’…

Conosce il luogo dove si esibirà stavolta?

Sì. Ogni volta che mi esibisco in posti così belli sono molto felice di disonorarli. Rappresento una totale mancanza di rispetto della storia di questi posti.

È mai venuto in Umbria al di là del lavoro?

In realtà no, nonostante abbia vissuto metà della mia vita a Roma non ci sono mai venuto per piacere. Giusto un’unica volta nel 2002 che andai ad Orvieto… poi il giorno dopo abbiamo perso lo scudetto.

Parla dell’Inter?

Certo. Comunque al Perugia siamo debitori per quello scudetto che andò alla Lazio anziché alla Juve…

Com’è per lei che ha sempre vissuto in metropoli come Roma e Milano esibirsi nelle città di provincia?

È l’argomento con cui apro lo spettacolo.

L’Italia è chiaramente divisa tra grandi centri e piccoli centri, quindi scherzo su come ci si rapporta a questa cosa. Però Perugia non è piccola. Se vai in posti da 5000 anime è evidente che il pubblico interpreta i tuoi pezzi in maniera differente…

Ad esempio?

Beh, non auguro a nessuno di fare un pezzo sulla terapia in un piccolo centro nei dintorni di Caltanisetta con il Vescovo in prima fila. Io l’ho fatto e non è stata una bella esperienza!

Cosa può anticiparci di “568”?

Rispetto al precedente dove c’era una domanda di fondo, questo è uno spettacolo molto aderente all’età che ho. Inizio a vedere la differenza tra cose che ripeteresti anche a tavola con gli amici, rispetto a ciò che diresti solo per far ridere. Raccoglie idee che mi ero appuntato negli anni ripromettendomi di svilupparle, anche per questo sono riuscito a scriverlo in poco tempo. Posso dire che racconta com’è avere 34 anni in Italia oggi e come ci si rapporta con i fenomeni culturali della contemporaneità. Ad esempio con la cosiddetta musica “dei giovani”, trattati come se fossero un brand.

Il pubblico come sta rispondendo?

Direi più che ottimamente. In 20 date sono venute ad ascoltarmi più di 15.000 persone. È bello scrivere uno spettacolo e provarlo davanti a 50 persone però è decisamente più bello vedere sul banco se il tuo pescato è buono. Questa è una vita in cui dormi male e mangi in orari assurdi… ma alla fine vieni ripagato ampiamente. Mi sento stra-felice ma non mi illudo che durerà all’infinito.

A proposito di futuro, l’idea di fare un film sta andando avanti?

Sta andando avanti ma sono scaramantico quindi non aggiungo altro. Avendo studiato cinema è una cosa che covo dentro da molto. Diciamo che non intendo tentare la strada di Lory del Santo con la sua webserie!

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