Riduzione delle liste di attesa in sanità, la Regione mette nuova benzina sul vecchio piano straordinario per smaltire entro dieci giorni quasi 13 mila prestazioni rimaste in sospeso. E annuncia anche controlli sulle strutture sanitarie che forniscono le prestazioni. Delle 77.597 prestazioni in sospeso al primo maggio, dice l'Ente, «se ne sono gestite circa 64mila, mentre lo smaltimento della quasi totalità delle tredicimila rimaste sarà contrattualizzato entro i prossimi 10 giorni, raggiungendo così l’obiettivo del Piano con la gestione di tutte le prestazioni pregresse». Piede sull'acceleratore della sanità pubblica, quindi, decisa a dare seguito alle intenzioni espresse nei mesi scorsi per imboccare una strada più veloce. In ballo non ci sono solo le vecchie prestazioni rimaste inevase dall'ultimo provvedimento che ha coinvolto anche i privati in regime di convenzione che si sono ridotte a quota 13mila; da mettere in cantiere al più presto, dice la Regione, ci sono 38mila esami e visite rimaste nel limbo delle attese accumulate da maggio a oggi. E sarebbero proprio queste a preoccupare di più, anche se, spiegano gli organi regionali «molto si è fatto per il pregresso visto e considerato che la capacità produttiva delle aziende sanitarie e ospedaliere si conferma anche per questo ultimo periodo in linea ai livelli pre Covid, dato dimostrato anche dal fatto che ben oltre il 50% delle prestazioni pregresse è stato effettuato dal sistema pubblico mentre il restante è stato svolto dal sistema convenzionato, senza dunque ulteriore spesa da parte dell’utenza».
Occhi puntanti anche sulla parte più debole dei pazienti: in questo caso delle prestazioni accumulate dal maggio scorso a oggi (38mila), «circa 20mila riguardano i fragili per i quali si è scelto di preservare il principio di prossimità territoriale (over 65, oncologici e invalidi gravi) scelta che, seppur abbia rallentato lo smaltimento e provocato come detto gran parte delle nuove liste d’attesa, permette di offrire all’utenza un servizio più agevole».