Lega e sequestra in bagno una prostituta, nei guai imprenditore di Perugia

Il tribunale penale
di Enzo Beretta
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 08:36

Minacciata col coltello e sequestrata in bagno dal cliente che pretendeva la cocaina. È quanto denunciato da una prostituta sudamericana che vive a Perugia. Per questi fatti un elettricista perugino di 49 anni è sotto inchiesta, accusato di averla minacciata e di averle intimato di procurargli cocaina al termine di un rapporto sessuale. Sempre in relazione a quei fatti accaduti durante la notte tra il 21 e il 22 aprile 2022 l'imputato viene anche ritenuto responsabile di averla sequestrata per alcune ore nel bagno dell’appartamento dopo averle legato i polsi con il nastro adesivo. Accuse fortemente contestate dall'avvocato Gabriele Caforio: «Verrà dimostrata l’infondatezza dell’accusa poiché la versione fornita dalla presunta parte offesa è inverosimile. Nel caso di specie la questione può essere al massimo civilistica e lo dimostreremo nelle sedi competenti. L’elettricista non ha commesso alcun reato». Rinvio secco nell'udienza di ieri mattina davanti al gup Natalia Giubilei del capoluogo umbro. Il nuovo appuntamento a Palazzo di Giustizia è stato fissato al 20 febbraio in quanto la difesa ha chiesto di valutare l’ipotesi di un rito alternativo (forse abbreviato condizionato, ma non è ancora certo).

Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Perugia l’uomo ha utilizzato «violenza e minaccia» nei confronti della persona offesa con la quale aveva «consumato un rapporto sessuale a pagamento». «Inizialmente l’ha costretta a tollerare la sua permanenza all’interno dell’abitazione rifiutandosi di uscire nonostante l'invito della donna - ha ricostruito il pubblico ministero Mara Pucci - poi le ha intimato di andare fuori per procurargli cocaina.

Al suo rifiuto - proseguono le accuse - visibilmente alterato le ha puntato contro un coltello da cucina prelevato da un cassetto e l’ha afferrata per i capelli, intrattenendosi all'interno dell'abitazione fino alle 9 del mattino seguente contro la volontà della persona offesa». L’imputato, che deve anche rispondere dell’ipotesi di reato di sequestro di persona, sempre secondo la ricostruzione accusatoria «l’ha privata della libertà personale legandole polsi con del nastro adesivo che estraeva dal suo borsello e l'ha chiusa in bagno, tenendo la porta serrata con la forza così da impedirle di uscire».

La ‘lucciola’ è stata «così privata della libertà di locomozione per un tempo apprezzabile, finché, verso le 3, l’uomo non veniva a assecondato con la falsa promessa di adempiere alle sue richieste». All'elettricista la Procura della Repubblica contesta l'aggravante della recidiva semplice. «I fatti esposti sono molto gravi - spiega l'avvocato Francesco Gatti nell'atto di costituzione di parte civile -. La mia assistita ha visto limitata la sua libertà personale in maniera rilevante e prolungata, si è sentita minacciata, lesa nella sua dignità di donna e di professionista. Essere una prostituta non significa che chiunque, sia esso anche il 'cliente' più importante, si può permettere di fare quel che vuole con il corpo e la libertà della donna». Gatti chiede «la condanna dell’imputato alla pena di ragione » e un risarcimento di 10 mila euro con una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro.

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