L'Umbria, l'usura, i fantasmi e quell'abbraccio mortale: il fenomeno che c'è e nessuno denuncia

Fausto Cardella, presidente della Fondazione per la prevenzione dell'usura Umbria
di Egle Priolo
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 08:37

PERUGIA - L'usura in Umbria? È come una seduta spiritica per richiamare fantasmi: non si vede l'usuraio e non si vede la vittima, ma tutti sanno che ci sono. È con questa battuta che si è entrati nel vivo del convegno “Il punto sull'usura, attualità e prospettive di riforma della Legge n.108/1996”, organizzato nel dipartimento di Giurisprudenza dall'Università degli studi di Perugia, il convento di Monteripido e la Fondazione per la prevenzione dell'usura Umbria: un'intera giornata di approfondimento, con interventi di professori, magistrati ed esperti, per cercare di dare un volto al fantasma che aleggia in Umbria, come in tutta Italia.

Se il rettore Maurizio Oliviero si è soffermato sulla legge («Credo che oggi il tema dell'usura vada affrontato tenendo presente una complessità differente rispetto al contesto ambientale e storico del 1996, quando la legge 108 costituì l'approdo di una riflessione ben più ampia»), gli interventi della sessione di lavori a cui hanno partecipato il procuratore capo Raffaele Cantone, il presidente di Gepafin Carmelo Campagna, il presidente dell'Ordine degli avvocati Carlo Orlando e il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco. Interventi moderati dal “padrone di casa” Fausto Cardella, presidente attento della Fondazione, che hanno fornito il quadro del fenomeno dell'usura in Umbria. «Le denunce sono inesistenti – ha spiegato Cantone -, quest'anno solo un procedimento è andato a dibattimento. Niente denunce e neppure segnalazioni di operazioni sospette: c'è da andare a Chi l'ha visto per dire dove sia l'usura in Umbria». La spiegazione del silenzio, secondo Prisco, è anche nella «vergogna a denunciare, oltre alle intimidazioni ambientali», subite da chi spesso di rivolge agli usurai di nascosto dalla famiglia.
E poi il Covid, la crisi e i circa sei milioni di persone indebitate: «Persone in difficoltà – ha detto Orlando – che non sempre hanno modo di interloquire con lo Stato, a cui è precluso il sistema bancario e impossibilitato l'accesso al credito.

A tutto questo si aggiungono pubblicità ingannevole e una spinta consumistica, mentre questo paese ha bisogno di educazione finanziaria». E se non c'è più il papà che va a chiedere soldi a strozzo per la dote della figlia, il fenomeno non ha mai smesso di radicarsi seppur inquadrandosi in maniera diversa. E arrivando fino alle imprese: quelle in crisi non accedono ai finanziamenti e quindi non si possono riprendere, come ricordato da Campagna insieme all'impegno della finanziaria regionale per testare nuovi servizi. Per provare a liberare – come fa da anni la Fondazione per la prevenzione dell'usura in Umbria – le vittime da quello che Prisco ha definito un «abbraccio mortale». Perché l'usuraio sarà anche un fantasma ma la sua stretta è fin troppo reale.

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