L'aeroporto San Francesco vola ma ora servono altri 8 milioni. La sfida per un inverno top

Panato e Tesei fanno il punto sull'aeroporto San Francesco d'Assisi
di Egle Priolo
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 05:12 - Ultimo aggiornamento: 13:11

PERUGIA - L'aeroporto San Francesco d'Assisi sta volando in serie B. Ma per vincere anche quel campionato ora servono 8,2 milioni di euro. E se tutti staranno dalla parte giusta della cloche non è detto che non ci si arrivi. Perché lo score è già «straordinario», per dirla con l'orgoglio con cui la presidente della Regione Donatella Tesei ieri, insieme al presidente di Sase Stefano Panato, ha fatto il quadro dei risultati e degli obiettivi dell'aeroporto internazionale dell'Umbria.

«Il 2022 è stato un anno da record – ha sottolineato – 370mila passeggeri, il 30% in più rispetto a quanto previsto nel piano industriale e primo aeroporto italiano per crescita rispetto al pre Covid, terzo a livello europeo. Un contributo al Pil regionale dello 0,90% con circa 350 nuovi occupati nell’indotto. Importante anche aver conseguito un solido equilibrio nel bilancio Sase 2022, senza alcuna tensione finanziaria ed aver avvalorato la quota regionale rispetto al momento della ricapitalizzazione del 25%. E gennaio 2023 ha già registrato rispetto allo stesso periodo 2022 un +168%». E se i numeri sembrano freddi, ecco come riscaldare l'estate degli umbri e di chi in Umbria ha scoperto di voler viaggiare, grazie a una «reputazione e una credibilità» ormai sempre in crescita. «Avremo – ha spiegato Tesei - il nuovo collegamento per Cracovia, seconda città della Polonia, prima città commerciale ed industriale del Paese, patrimonio Unesco. Stiamo chiudendo la trattativa per avere nuova rotta dal primo giugno per Olbia per tutta l'estate, 2 volte a settimana. In tutto la stagione prevederà circa 100 voli settimanali di cui il 70% internazionali. Abbiamo poi un aumento delle frequenze dei voli esistenti e la conferma del volo sul hub mondiale di Londra Heathrow, con British Airways, 4 voli settimanali, oltre ai 7 settimanali di Ryan su Stansted. L’obiettivo del 2023 – ha continuato - è di 500.000 passeggeri, anche tramite una programmazione da novembre che sarà più consistente rispetto al passato». Un obiettivo importante considerando come storicamente l'estate (stagione intesa come il periodo tra marzo e ottobre) sia vivace, mentre è l'inverno a raccontare un po' il letargo della struttura. La risposta – ma non è l'unica, sia chiaro – è Francoforte: il collegamento con uno dei centri più importanti che «potrebbe partire anche subito» se ci fossero i soldi. Servono – e si torna all'iniziale lista della spesa – 1,2 milioni di euro, con Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e di Confindustria (non soci) che hanno già coperto il 15 per cento dell'investimento. Purtroppo alle casse di Sant'Egidio intanto mancano ancora i soldi (in tutto 600mila euro) di Assisi e Perugia: e se palazzo dei Priori ha deliberato il pagamento che però ancora non è stato liquidato, dalla città del santo che dà il nome all'aeroporto sembra più facile parlare con i lupi. Nessuna risposta, nonostante le continue sollecitazioni. «Alle belle parole ora devono seguire i fatti», dice Tesei senza infierire, ma è chiaro che il messaggio sia rivolto ai soci meno pronti a rispettare la firma del piano industriale.
In ogni caso, l'inverno – i due presidenti non ne hanno parlato, ma la questione è lì ad aleggiare insieme ai 60milioni che è costato un aeroporto che per anni si è dimostrato non rispondente alle aspettative – ha un altro nodo: la nebbia. Per il sistema che consente di decollare e atterrare in sicurezza nel periodo dei banchi a fondo valle (ed evitare scali ad Ancona e viaggi in pullman che durano quanto un volo per il sud) servono altri due milioni. Incredibile non ci si sia pensato prima, ma tant'è.
E siamo a 3,2 milioni.

A cui si aggiungono eventualmente - considerando gli attuali 100 voli a settimana costano in tutto 6 milioni - i 5 necessari per l'agognato volo per Milano. Non alternativo al Frecciarossa, si badi bene, ma certamente più comodo non solo per gli orari di chi vuol vedere la Madonnina, ma soprattutto per chi da Milano vuole venire a soggiornare e a investire in Umbria. In un'ottica di incoming turistico, sì, ma anche di business. Si parla di un volo Ita, 5 giorni su 7, partenza la mattina e ritorno la sera, per cui Tesei ha anticipato di voler chiedere al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini il riconoscimento della continuità territoriale che dimezzerebbe il costo, al momento comunque «non sostenibile né da Regione, né da Sase». La Milano da bere, per adesso, quindi resta solo da sognare. Domani si vedrà.

I VOLI E I NUOVI INVESTIMENTI
Da Perugia ora si vola a Londra, Catania, Cagliari, Catania, Palermo, Malta, Tirana, Vienna, Brindisi, ma anche a Barcellona, Bucarest, Rotterdam, Bruxelles e ora arriva Olbia. Certo, Parigi è volata per un soffio, ma le tratte sono in crescita (si parla ancora di Lamezia, ma magari con un aeromobile meno sovrastimato) e cresce anche l'aeroporto. Come spiegato con precisione dal presidente di Sase Stefano Panato, sono in via di conclusione i lavori per il quarto nastro trasportatore di bagagli e si lavora per la realizzazione del quarto gate che permetterà di gestire altri 200 passeggeri ed evitare code e disagi. Parcheggi, sale d'aspetto e viabilità sono stati già sistemati dopo l'exploit estivo e per far posto alle novità c'è il progetto di un fabbricato all'esterno dell'aeroporto in cui convogliare gli uffici, di Sase e polizia di frontiera. Tutto per un costo di 850mila euro di cui si farà carico la Regione.
Tutto mentre ad aprile scadrà l'attuale cda, con il prossimo che si ritroverà gli obiettivi del piano industriale raggiunti con un anno di anticipo. «Siamo riusciti a centrare questi risultati – ha detto Panato – grazie a un grande lavoro sul fronte politico e dell’impegno finanziario, ma anche grazie alla credibilità che, come scalo, siamo riusciti a conquistarci a livello continentale presso le compagnie aeree che apprezzano i nostri servizi». Compagnie - ha chiuso anche in risposta ad alcune polemiche da social - che pur se meno blasonate in alcuni casi servono «da grimaldello per restare agganciati» ad altre flotte. Titillando anche la sana concorrenza che è pur sempre l'anima del marketing.

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