«Nel mio spettacolo comunicazione e comicità senza timore di provocare» Immanuel Casto domani alla Notari

«Nel mio spettacolo comunicazione e comicità senza timore di provocare» Immanuel Casto domani alla Notari
di Michele Bellucci
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 12:20

PERUGIA - Domani sera alla sala dei Notari l’eclettico Immanuel Casto presenterà “Non era una battuta”, spettacolo meta-comico che sta riscuotendo grande successo in tutte le tappe e che anche in Umbria è vicinissimo al sold-out (inizio alle 21). Il cantautore, performer e game designer ha deciso di uscire dalla “comfort zone” rappresentata dai concerti per tuffarsi in una dimensione totalmente inedita e affrontare, con immancabile causticità, il mondo della comunicazione con tutte le contraddizioni che oggi ci mostra. L’evento fa parte di Tourné, la stagione promossa da Aucma e Mea Concerti, per l'occasione in collaborazione con il Comune di Perugia.

Immanuel Casto, questo tour rappresenta una scommessa?
Si può tranquillamente affermare che è stato un azzardo, nei confronti del mio stesso pubblico direi. Perché per la prima volta esco dalla dimensione musicale che mi è propria.

Quindi anche per i fan più affezionati sarà una totale novità?
Sì, anche se resto fedele al mio essere. Mi preoccupava questa formula ibrida, perché è una proposta decisamente meno comune da trovare. Del resto non sarei in grado di fare stand-up comedy in forma canonica. L’umorismo di questo spettacolo è dato dalla formulazione di ciò che dico. È meta-comico perché non nascondo nulla di certi meccanismi tipici di questa forma d’arte, anzi li spiego.

Come riesce a far ridere il pubblico?
Faccio ridere perché mi esprimo in modo lineare. È una cosa che mi appartiene, non devo sforzarmi.

I contenuti di “Non era una battuta” sono seri, anche complessi, ma la formulazione o l’uso letterale del linguaggio che faccio creano la prospettiva comica.

Crede che stia funzionando?
Assolutamente e sono molto contento di questo. Non esiste una formula artistica più giusta di un’altra. Ad esempio a me spesso i comici non fanno ridere ma questo non vuol dire che non li apprezzi. Ho un mio gusto, amo le contraddizioni o quei paradossi che mi fanno ridere. Oppure le provocazioni che fanno riflettere. Il concetto di comicità è complesso, penso che con questo monologo ho intercettato un altro tipo di domanda rispetto alla prevalenza dell’offerta.

Può spiegarci meglio?
Sono un amante della comicità in generale, la trovo interessante. Mi dà fastidio quando questa viene limitata, magari per i termini che vengono utilizzati. Penso che quel tipo di comicità sia assolutamente lecita ma a me non interessa, perché diventa prevedibile e quindi poco interessante. Per me la comicità è come una spezia, che da sola non basta ma può migliorare un piatto. Oltre a quella ci deve essere un contenuto e magari una riflessione.

Può anticiparci qualcosa dello spettacolo?
Principalmente parlerò di comunicazione, senza la volontà di imporre un modo giusto di giudicarla. Questo perché parto dal presupposto che non tutti comunichiamo allo stesso modo, è una cosa universalmente vera ma che spesso sottovalutiamo.

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