Terni. Ast, l'allarme dei sindacati: «Ordini in calo, mai vista una fermata così lunga»

Benaglia, Fim Cisl: "Il caro energia rischia di metterci fuori mercato"

Terni. Ast, l'allarme dei sindacati: «Ordini in calo, mai vista una fermata così lunga»
di Claudia Sensi
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Sabato 1 Luglio 2023, 10:52

«Settori industriali energivori come quello siderurgico rischiano di andare fuori mercato sul piano internazionale per l'esplosione dei costi energetici nel nostro Paese». Così il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia che, raccogliendo il grido di allarme del Gruppo Ast Arvedi e del presidente di Federacciai Antonio Gozzi, chiede al ministro delle Imprese e del made in Italy Alfonso Urso una convocazione per valutare insieme misure per contenere i costi. Secondo Benaglia sono due i provvedimenti del Governo, attualmente in sede parlamentare di conversione, pericolosi per le imprese siderurgiche: «l'abolizione dell'esenzione degli oneri di trasporto e dispacciamento per i grandi carichi energivori e l'eliminazione dei crediti d'imposta per le imprese». Ma quello dell'energia è il problema più grande. «La nostra mobilitazione del mese di luglio, come metalmeccanici serve anche per mettere al centro delle politiche industriali di sostegno all'industria metalmeccanica il tema dell'energia». «Riteniamo che sia finito il tempo dei rinvii, delle attese e delle indecisioni - fanno sapere dalla Fismic Confsal - ma che sia arrivato il tempo delle decisioni e delle assunzioni di responsabilità. Chiediamo al ministro Urso, come dichiarato il 26 maggio alla riunione al Mimit con Ast, la convocazione nei primi giorni di luglio con la presenza di tutte le istituzioni per continuare il confronto ed affrontare i dettagli del piano industriale che gia ha subito troppi ritardi. I ritardi della burocrazia non possono più continuare a pagarla i lavoratori, sia in termini economici che di tranquillità quotidiana». E la situazione è sempre più allarmante per l'incertezza dell'andamento produttivo della fabbrica ternana. C'è, infatti, su un nuovo stop della produzione di Ast. Il management di viale Brin ha confermato alle Rsu un altro periodo di cassa integrazione ordinaria per circa quattro settimane, per un massimo di 2.210 dipendenti, dal 19 luglio al 23 agosto. «Siamo molto preoccupati per questo fermo - commenta il segretario della Fim Cisl Umbria Simone Liti - Stiamo vivendo una situazione inedita, negli anni passati una fermata così intensa non si è mai vista. È chiaro che dobbiamo monitorare la situazione perché all'incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Terni con Ast e i segretari nazionali ci è stato detto che settembre può rappresentare il mese della ripresa del mercato, della ripresa produttiva. Vigileremo affinché tutto possa tornare nella norma, in caso contrario dovremmo intensificare gli incontri con la proprietà per capire quali saranno i risvolti futuri». Perché l'accordo di programma ancora non c'è, ma l'azienda ha presentato la domanda per usufruire della finanza agevolata. Anche la Rsu di Ast esprime i propri timori «per la mancanza di volumi e scarsa visibilità nel breve e medio periodo e crede che l'azienda debba mettere in campo tutte le azioni necessarie per mitigare e rendere meno impattante questo periodo di grave difficoltà».


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