Foligno, un selfie a mezzanotte
con Manolo il capriolo

Foligno, un selfie a mezzanotte con Manolo il capriolo
di Giovanni Camirri
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Venerdì 18 Agosto 2017, 18:54
FOLIGNO - Un selfie a mezzanotte, armati di torcia a batteria, cercando Manolo il capriolo. E’ il tormentone dell’estate folignate, quello del capriolo che vive nel boschetto spontaneo tra l’ex Consorzio Agrario e il vicino ospedale San Giovanni Battista e che rischia di trasformarsi in un problema per lo stesso animale che dovrebbe essere selvatico e che, invece, mostra tendenze soprattutto negli ultimi giorni, quasi domestiche. Il “selvatico”, infatti non sembra temere la vicinanza dell’uomo e, anzi, in qualche caso avrebbe anche mangiato dalle mani di chi, grande o bambino, l’ha avvicinato per poi farsi un selfie con l’insolito cittadino folignate a quattro zampe.
LE VISITE
L’ultima visita dei cacciatori di selfie insoliti è di mercoledì intorno alle 23.30. A quell’ora un gruppo di una decina di persone, tra uomini e donne, dopo aver lasciato auto e motorini in un vicino parcheggio hanno raggiunto, quasi inghiottiti dal buio della notte, il prato a bordo strada che apre verso il boschetto spontaneo dove Manolo, come ormai tutti lo chiamano, ha trovato la sua dimora immersa nel verde che gli dà cibo e acqua. E fin qui tutto sembrerebbe avere i toni della favola, con Manolo considerato come Bambi. C’è però un risvolto della medaglia che non tutti sembrano considerare. Dopo, infatti, il sopralluogo del Wwf che ha accertato la presenza di Manolo in quel boschetto, e l’esplosione della curiosità della gente di tutte le età, le visite al “capriolo urbano” si sono trasformate in una sorta di lunga teoria che richiama sempre più curiosi.
IL PUNTO
Questo tipo di situazioni, con particolare riferimento ai momenti di massima presenza curiosi, rischiano di trasformarsi in potenziale pericolo tanto per Manolo quanto per chi transita, in bicicletta o in auto da quelle parti. Sull’intera vicenda si sono già mossi i Carabinieri Forestali per le attività di competenza. Ci sono, inoltre, alcuni punti ancora tutti da approfondire. Stando a quanto risulta il capriolo urbano, divenuto una sorta d’attrazione estiva, avrebbe un’età di circa 2 anni e da almeno un anno la sua presenza in quella zona viene segnalata da chi si trova a transitare da quelle parti. La domanda sorge spontanea: Manolo come è arrivato in quel boschetto? Un vero e proprio arcano che, a quanto risulta, nessuno ha ancora risolto.

Per richiedere massima tutela per l’animale selvatico che ha dato i primi, sporadici, segni di “urbanizzazione”, l’associazione folignate Una (Uomo Natura Animali), guidata dal presidente Paolo Vetturini ha inviato una lettera al Comune di Foligno avente ad oggetto «Richiesta di intervento per la sicurezza del capriolo». «Per scongiurare pericoli - spiega Vetturini - tanto per il capriolo che per le persone si chiede che Manolo venga portato in altro luogo dove potrà vivere in tranquillità riprendendo in toto la sua natura selvatica. Proprio per questo Wwf e Carabinieri Forestali potrebbero eseguire questo spostamento così da porre fine ai rischi, incidenti stradali compresi, cui il capriolo è continuamente esposto e pure alle eccessive visite dei tantissimi curiosi che, pur agendo in buona fede, causano stress all’animale».
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