Foligno, Belfiore alza la voce: «Siamo la porta dell'Appennino, non vogliamo più essere ignorati»

Il paese perde servizi e c'è paura per il futuro. Si muove l'Unione sportiva

La conferenza delle associazioni a Belfiore
di Giovanni Camirri
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Domenica 29 Ottobre 2023, 07:30

FOLIGNO - Belfiore alza la voce e chiede, attraverso diversi residenti, di poter uscire dalla condizione di animato e quasi indifferenza in cui il borgo, porta dell’Appennino, è piombato da dopo il terremoto del 1997. A sollevare le problematiche principali è l’Unione Sportiva Belfiore attraverso la voce di Federico Angeli. «Questa realtà- dice Angeli – manca di diversi esercizi. Soprattutto manca un’area ludica dove far giocare i bambini e non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto la nostra nuova sede. La vecchia, per una serie di questioni è stata demolita e ci era stato assicurato che sarebbe stata riedificata andando – ricorda – così a realizzare quello che, di fatto, è un punto di aggregazione per il borgo e un luogo di riunione, confronto e attività per i paesani. Ad oggi ci è stata messa a disposizione una delle casette di legno del post terremoto ma di fatto, viste le dimensioni, è come non avere nulla». 
IL NODO
 «Abbiamo appreso – prosegue Angeli – che nell’area individuata come sito dove rifare la sede, è stato invece previsto un parcheggio per auto e camper con annesse colonnine di ricarica per mezzi elettrici. Non contestiamo il progetto, ma vogliamo capire che fine faremo e, soprattutto, il perché nonostante le diverse istanze di confronto quella condivisione attesa non c’è stata mai. Proprio per questo torniamo a chiedere un confronto con l’amministrazione comunale per avere approfondimenti sul progetto. Con l’occasione chiediamo anche una maggiore attenzione istituzionale a Belfiore. Qui si sta spegnendo tutto. Un mese fa ha chiuso il generi alimentari ed è rimasto soltanto il bar e la sera è un vero e proprio mortorio. Ci sono esigenze legate alla pulizia delle strade, la fatto che manca qualsiasi tipo di evento o di occasione di festa. C’è rimasta soltanto la gara ciclistica del 25 aprile che speriamo possa proseguire viste le crescenti difficoltà generali. Nel tempo – ribadisce Angeli – sono stati fatti progetti, annunciate novità, ma di fatto siamo andati sulla carta un passo avanti per ottenerne, nella realtà, diversi a ritroso. Qui nessuno chiede l’impossibile. Ciò che vogliamo è la pari dignità con altre realtà, penso q quartieri e frazioni, del territorio che invece godono di una crescita esponenziale. Lo ribadisco, perché è un sentire comune: vogliamo uscire dal dimenticato. Siamo la porta dell’Appennino e il varco d’accesso alla Valle del Menotre ed è il momento di passare dalla parole – conclude Federico Angeli – ai fatti. Ma ai fatti concreti».
 

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