Foligno, per battere l'ansia da lockdown inventa il sommelier online

Foligno, per battere l'ansia da lockdown inventa il sommelier online
di Giovanni Camirri
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Giovedì 26 Novembre 2020, 15:50

FOLIGNO - L’idea di aprire un’enoteca stava maturando come un buon vino. Poi la pandemia, il lockdown e le restrizioni. Così l’enoteca in presenza, progetto rallentato dalle conseguenze del Coronavirus, è diventata realtà ma online. Il protagonista di questa storia che ha come sfondo l’impresa che si ripensa e l’imprenditore che mette a frutto il genius loci è Michele Cirocchi, 30 anni, sommelier di Foligno. E la sua città, nota popolarmente come “centro del mondo” sta vedendo lo sviluppo di questo progetto che mette insieme le produzioni locali e quelle nazionali. “I primi passi – racconta Cirocchi a Il Messaggero – li ho mossi nel vasto mondo dei vini grazie alla conoscenza di Luca Smalzi, agronomo e assistente enologo presso Arnaldo Caprai. Poi ho deciso di affinare quella che era nata come passione. Sono diventato Sommelier e ho iniziato a ragionare sull’apertura di una mia enoteca. La pandemia ha però reso impossibile questa attività in presenza. Non mi sono abbattuto e, dopo essermi rimboccato le maniche, ho sviluppato il tutto attraverso una progetto di e-commerce e così è nata l’enoteca online e così è nata l’”Enoteca Taddei” dando lustro al cognome di mia madre”. La famiglia Cirocchi è una delle colonne portanti del quartiere Prato Smeraldo, a Foligno, dove dal 1962 gestisce un negozio di generi alimentari. Michele ha voluto sviluppare l’anima di commerciante e quella di negoziante che sono nel Dna di famiglia compiendo un ulteriore passo in avanti. “Ho voluto con questo progetto – prosegue Michele Cirocchi – mettere insieme le possibilità che oggi sono percorribili.

E l’ho voluto fare mixando la cultura del vino con l’obbligo del distanziamento. Sono passato, per fare una metafora, dalla “presenza” alla “distanza” un po’ come avviene per la scuola, senza alterare il senso dell’impresa. Mi occupo di ogni aspetto dal progetto: dall’acquisto alla vendita, fino al mestiere del sommelier che consiglia la bottiglia giusta da abbinare ad un pasto. Certo, in questa fase non si possono fare cene o pranzi di gruppo, ma ognuno in casa propria può abbinare un buon piatto, sia fatto in casa che realizzato dai locali che effettuano l’asporto, abbinando il tutto all’etichetta, e questo è una delle parti del mio mestiere, più giusta. Dobbiamo aver consapevolezza che, nel massimo rispetto delle regole anti pandemia e delle conseguenti restrizioni, le buone e sane abitudini come quelle legate al vasto mondo della cultura del vino si possono mantenere e perpetuare. Poi ci sarà il momento in cui potremo tornare a bene un buon bicchiere facendolo in presenza. E in quel contesto andrò anche a completare il mio sogno, il mio progetto, la mia passione con – conclude – una enoteca in presenza”.

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