L'archeologo dello sport Federico Buffa a Perugia, in equilibrio tra giornalismo e teatro

L'archeologo dello sport Federico Buffa a Perugia, in equilibrio tra giornalismo e teatro
di Michele Bellucci
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Sabato 21 Novembre 2015, 02:54 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 08:58
Cresce l'attesa per lo spettacolo "Le Olimpiadi del 1936" che Federico Buffa proporrà domenica al Teatro Morlacchi come evento di chiusura dell'IMMaginario festival. Non è un attore, bensì un giornalista sportivo, eppure la grande capacità di narrare e coinvolgere il pubblico ha fatto sì che questo spettacolo raccogliesse il plauso della critica, oltre a quello dei tanti spettatori che stanno accorrendo a vederlo in giro per l'Italia.

Che legame vede tra il giornalismo e il teatro?

Nello spettacolo che porterò a Perugia interpreto un personaggio (puntando al 6 politico come attore!) seguendo il testo teatrale scritto da Emilio Russo; poi però ho la possibilità di uscire da questo personaggio e divento un giornalista del 2015 che sa come è andata tutta la storia.

Quindi c'è una notevole componente di giornalismo nello spettacolo?

Sì, non nascondo che c'è l'idea di fare teatro civile con una componente divulgativa. "Le Olimpiadi del 1936" è anche destinato a generazioni bulimiche di immagini, che vengono spinte continuamente a guardare avanti e mai indietro. Il rapporto col passato dei più giovani è del tutto sballato e questo è un peccato.

Qual'è la storia alla base di tutto?

Lo spettacolo traccia tre ritratti fondamentali. Quello di Leni Reifensthal, che durante le Olimpiadi realizzò le stupende immagini che verranno proiettate, quello di Jesse Owens, l'afroamericano che vinse quattro ori, e quella di Sohn Kee-chung, maratoneta coreano costretto a correre sotto la bandiera giapponese. Ci sono poi flash legati alle questioni politiche di quegli anni, a partire dal rapporto tra Hitler e Goebbels, la mente che sta dietro le Olimpiadi di Berlino. Queste ad esempio sono viste con un profilo giornalistico.

E' proprio a Berlino nel '36 che per la prima volta le Olimpiadi arrivano sul piccolo schermo...

I tedeschi erano talmente avanti che avevano 100 schermi nel villaggio olimpico. Lo stesso Owens poté seguire le gare dei suoi avversari grazie alla "radio con le immagini" come la chiamò! E' un momento che segna la fine della verginità dello sport e il propagare dell'idea di Mussolini di poter legare ad esso la componente ideologica.

L'hanno definita "archeologo di storie sportive", è una definizione in cui si ritrova?

Centra la parte di come mi piace fare queste cose. Sono ostile alla dittatura del presente, perché il passato lo condiziona, quindi amo l'idea di cercare continuamente e andare a scoprire le cose.

Conosce la storia del "Perugia dei miracoli"?

Assolutamente, l'ho anche sofferto da milanista! Quando sono andato a sentire Bruce Springsteen al Santa Giuliana ero emozionato pensando che su quello stesso campo che giocava il Perugia dei miracoli. Quell'emozione la provo ogni volta che vedo i fari del Renato Curi, stadio di cui il mio amico Carlo Ancelotti non ha un buon ricordo…

Ci sono altre personalità sportive legate a Perugia che stima?

Penso che Giancarlo Antognoni, di Marsciano, sia il giocatore più sottovalutato della storia del calcio italiano. Non aver potuto giocare la finale ai Mondiali dell'1982 ha cambiato di molto le cose e se fosse stato in campo ne avremmo parlato diversamente. Come non citare Ilario Castagner, che appartiene a una generazione di allenatori con una solida base relazionale prima che tecnica. Immaginare oggi un uomo con la relazionalità come la sua e le conoscenze tecniche dei più validi usciti recentemente da Coverciano… sarebbe il top! C'è poi Serse Cosmi: quando ho scoperto che fa sentire musica stile Ibiza negli spogliatoi sono rimasto sorpreso! E' un personaggio unico.

Cosa aspettarsi dallo spettacolo di domenica a Perugia?

Si tratta di uno spettacolo teatrale, la prima parte riuscirà a far sentire al pubblico il clima di quella Berlino, nel secondo tempo ci sono alcune escursioni giornalistiche in più. E' uno spettacolo in cui bisogna portare pazienza, con una bellissima parte musicale dal vivo e una cantante che si esprime in 4 lingue.
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